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Insomnia

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

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La recensione su Insomnia

di friedmandriver
7 stelle

In attesa di Oppenheimer, ho voluto colmare una importante lacuna sulla filmografia di Christopher Nolan andando a recuperare il suo terzo lungometraggio. Nella fattispecie, un interessante thriller psicologico che prosegue idealmente la linea tracciata con il precedente Memento, mostrando un regista ancora distante da quel mondo fantascientifico che poi avrebbe abbracciato e rinnovato.
La storia è difatti ambientata nel profondo nord-ovest degli Stati Uniti, in una cittadina dell'Alaska appena macchiatasi di un macabro omicidio nei confronti di una ragazza; il detective Will Dormer (Al Pacino) viene inviato sulla scena, dalla ben più calda California, assieme al collega Hap Eckhart (Martin Donovan).

 

 

Ben presto, però, lo spettatore viene a conoscenza del passato dei due agenti, attualmente sotto accusa per aver inquinato delle prove in maniera tale da portare alla condanna di un pedofilo losangelino; se però Will pare intenzionato a portare avanti la propria crociata, in piena logica del fine che giustifica i mezzi, Hap è invece in procinto di giungere ad un patteggiamento con la corte, fatto che sancirebbe anche il termine delle rispettive carriere professionali. In tale scenario, la lunga trasferta di lavoro suona come una vera e propria punizione preventiva. I due, ad ogni modo, avviano presto una collaborazione con le forze dell'ordine locali; in particolare con la detective Ellie Burr (Hilary Swank), giovane e arguta agente che giocherà un ruolo chiave nel corso della pellicola.

 

 

Le forze congiunte portano rapidamente a scovare il principale indiziato, Walter (Robin Williams), che a causa della negligenza di un poliziotto riesce però ad evadere dalla manovra preparata per accerchiarlo e sfugge nella fitta e densa nebbia che avvolge la sua casa. In queste fasi concitate viene lanciato un disperato inseguimento, che conduce però ad un tragico e nefasto destino: incapace di distinguere con sicurezza la sagoma dell'amico, il detective Will Dormer ferisce mortalmente Hap Eckhart con un colpo di pistola da medio-lunga distanza.

 

Desiderio inconscio o errore imperdonabile? Il terribile dilemma che pende sulla testa di Will da questo momento, lo conduce anche uno stato di follia crescente dovuto anche alla insonnia che si manifesta prontamente, capace di mantenerlo sveglio per numerosi giorni a venire. L'agente infatti non denuncia i propri errori ed insabbia le prove, forte delle peculiari condizioni in cui è stato compiuto il misfatto.
Ed il killer a cui i due davano la caccia? Il secondo grande colpo di scena del film è costituito dalla proposta di quest'ultimo, che essendo l'unico testimone dell'uccisione di Hap cerca di convincere l'agente Will a trovare una soluzione capace di salvare entrambi dalle conseguenze dei propri misfatti.

 

 

Il montaggio del film è quello che risente maggiormente dello stato alterato del personaggio interpretato da Al Pacino: jump-cuts e discontinuità varie costituiscono gli ingredienti principali, gli elementi che trasportano l'alienazione del personaggio anche sul piano formale della pellicola. Una scelta espressionistica, si potrebbe affermare, poi coadiuvata anche da elementi più prettamente sonori, come la percezione ovattata del tergicristallo, così da offrire un punto di vista anche soggettivo ed interno al personaggio.

 

Un film, dunque, di ottima fattura e che sa far tesoro di alcune importanti variazioni rispetto alla trama del film svedese da cui è tratto, in modo da mantenere in piedi alcuni capisaldi dell'originale e di apportare le modifiche utili per offrire un diverso tipo di messaggio, rendendo questo remake una profonda rivisitazione più che un'asettica interpretazione dei punti chiave. Personalmente, questo lavoro di Nolan mi ha fatto anche tornare alla mente la celebre tagline de L'infernale Quinlan di Orson Welles:


How many did you frame?
Nobody that wasn't guilty.

 

Si potrebbe perfino ritenere Insomnia una lunga allegoria sul concetto del fine che giustifica i mezzi e, annessamente, sulla corruzione morale portata da determinate scelte. Più umilmente, un thriller ben riuscito!

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