Regia di Riccardo Milani vedi scheda film
Giorgio Gaber raccontato da amici, colleghi, parenti. Una parabola artistica che va di pari passo con quella umana: entrambe terminate troppo in fretta.
Il rimpianto per la prematura scomparsa di Giorgio Gaber è ancora forte, a oltre vent'anni da quel triste momento; morto esattamente a Capodanno del 2003, il cantautore milanese viene ricordato con questo approfondito documentario mandato in onda dalla Rai esattamente 21 anni dopo, il primo gennaio 2024, dopo un breve passaggio in sala (sotto le spoglie di 'evento') nel novembre precedente. Due ore e passa di lavoro, confezionato con grande cura, che comprende le voci più autorevoli ancora viventi sull'argomento: Io, noi e Gaber è senza dubbio un'opera gustosa, ben fatta e che ci aiuta a ricordare, a riscoprire e, per chi ne avesse bisogno, a conoscere un artista mai inquadrato, mai etichettato all'interno del panorama musicale, teatrale, televisivo nostrano. C'è un Gaber scanzonato e un Gaber impegnato; lo spartiacque è il '68, come emerge in questo lavoro; c'è un Gaber cantante e uno attore, che fondamentalmente hanno convissuto nello stesso corpo e nelle stesse opere, come ammette il collega e pressoché coetaneo Gianni Morandi. Tra gli altri a prendere parte al lungometraggio, per dire la loro sul signor G., troviamo poi Gino & Michele, Jovanotti, Dalia Gaberscik, Claudio Bisio, Ricky Gianco, Sandro Luporini, Mario Capanna, Ombretta Colli, Fabio Fazio, Pierluigi Bersani, Morgan, Vincenzo Mollica, Ivano Fossati, Paolo Jannacci, Michele Serra, Mogol. La regia reca la firma di Riccardo Milani, così come il soggetto, che vanta la collaborazione del montatore Francesco Renda; apprezzabilissimo il ritmo narrativo, musiche ben assortite (tutt'altro che scontato, in un lavoro simile). 6/10.
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