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K-19

Regia di Kathryn Bigelow vedi scheda film

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La recensione su K-19

di scapigliato
8 stelle

La Bigelow ridimensiona la spettacolarità dell'idea scottiana di "Allarme Rosso", ma consegna ugualmente un film di buona fattura, in cui la tensione narrativa non si sfibra mai e riesce a mantenere lo spettatore attento ai fatti, anche se il dejà vù è sempre dietro l'angolo.
Alcune cose apprezzabili del film sono innanzitutto la sobrietà delle interpretazioni: c'è solo proprio un piccolo spruzzo di retorica sia cinematografica che militare. Harrison Ford è credibile, un po' di meno Neeson. Finalmente un film militare in cui si riesce pure a respirare una certa idea sovversiva nei confronti del patriottismo suicida, della gloria militare e del dovere statale. Lungo i momenti più tesi del film non ci si può non chiedere "Ma ne vale proprio la pena di morire così? Per chi e per che cosa, poi?". Sono personalmente del parere che la vita è imbarattabile. Non c'è eroismo militare che m'inganni: non ci credo alla gloria di morire per la patria. La vita è sacra, e per tanto va salvaguardata. Inizialmente da noi stessi, ma subito dopo ci devono pensare i nostri governanti, cosa che non fanno assolutamente.
Piango anch'io le vittime di Nassirya, ma m'incazzo solo a pensare che loro non dovevano essere là. Non esistono eroi, signori spettatori. Smettiamola di piangerci addosso, e sovvertiamo l'idea dominante che vuole mettere la sacralità della vita in condizione d'inferiorità rispetto a tutto: da una medaglia d'onore ad un gioco finanziario.

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