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Testament

Regia di Denys Arcand vedi scheda film

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La recensione su Testament

di alan smithee
5 stelle

locandina

Testament (2023): locandina

CINEMA OLTRECONFINE

Jean-Michel Bouchard è un archivista in pensione sulla settantina che vive in una casa di riposo, che inizialmente si arrabbia quando un gruppo di manifestanti arriva per chiedere che la struttura rimuova un'installazione artistica ritenuta offensiva alla memoria dei nativi.

Ma mentre le battaglie civili continuano, anche ottusamente e contro ogni logica, talvolta, dando del filo da torcere alla bella e ben disposta direttrice della casa di riposo, e facendo assurgere la polemica dell'affresco fino ai livelli governativi nazionali canadesi, il nostro saggio uomo troverà la via e la soluzione per uscire dalla solitudine, innamorandosi, ricambiato, proprio della persona che lo aveva affrontato di petto cercando di sbrogliare una matassa inestricabile, resa impenetrabile ed indissolubile da una marea di polemiche faziose ed inutili.

 

Rémy Girard

Testament (2023): Rémy Girard

scena

Testament (2023): scena

Dopo i vari Declini degli imperi, dopo le trascinanti Invasioni barbariche, l'ormai veterano Denys Arcand riesce a ostentare la sua sagace presa di posizione sull'inutilità e, peggio, sulla faziosità della politica, anche restando ancorato alla leggerezza di una commedia semplice e fin ingenua, ambientata nel mondo della terza età, o giù di lì.

Nulla di veramente eccezionale addentro questa storiella di amor senile, ma la vitalità e il sarcasmo nella rappresentazione di una politica invadente e irresponsabile, che agisce per interposta persona, dando ordini sottobanco e poi rinnegandoli per restare sul carro dei vincitori , è sempre efficace e stordente nella sua sarcastica messa in scena.

 

scena

Testament (2023): scena

Rémy Girard

Testament (2023): Rémy Girard

Le sorti di un dipinto, visivamente anche piuttosto brutto e puerile, che finisce per divenire il fulcro di una polemica divisiva a livello nazionale, fa sorridere ma riesce nell'impresa di schernire e prendere per i fondelli una classe politica davvero impresentabile e mostruosa.

Nel cast, funzionale e ben assortito, la coppia di protagonisti maturi, ma pieni di vita, rappresentata da Rémy Girard, attore prediletto da Arcand, e Sophie Lorain (nome con assonanze piuttosto azzardate, o almeno rischiose, di certo impegnative), funziona piuttosto bene e dà vita a situazioni a volte piuttosto divertenti.

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