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Solo sotto le stelle

Regia di David Miller vedi scheda film

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artie shaw

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La recensione su Solo sotto le stelle

di artie shaw
10 stelle

A quali pericoli va incontro la nostra civiltà? Sarà schiacciata e fatta morire “sotto le ruote di un camion”, che essa stessa ha costruito? (nel film questo camion, cioè il destino dell’uomo, trasporta gabinetti !). E il protagonista sopravviverà o l’essere investito dalla “civiltà” gli sarà fatale? Spetta a noi, naturalmente, farlo vivere!

A prima vista il film Solo sotto le stelle si presenta come un “western” di stampo holliwodiano (ma un jet supersonico che solca il cielo già dalle prime inquadrature  ci avverte di qualcosa di anomalo!), diretto da un regista di genere, David Miller (ma questa è comunque considerata la sua migliore regia) e con attori protagonisti da botteghino : Kirk Douglas e Walther Matthau. Ma se guardiamo più in dettaglio questo film e ne conosciamo la storia ci accorgeremo che si tratta di qualcosa di assolutamente unico : un film scritto da Dalton Trumbo, lo sceneggiatore “maledetto” degli Stati Uniti, voluto da Kirk Douglas e da lui finanziato. Insomma, sotto normali spoglie di film di genere si nasconde qualcos’altro : una bomba camuffata da uovo di Pasqua !

   Una prima lettura del film, forse la più immediata, è sintetizzata nello scontro tra un mondo arcaico, in estinzione, e la civiltà industrializzata, il sopravanzare della cosiddetta “società dei consumi” che finisce col cancellare anche gli ultimi residui di una ‘civiltà’ antica che non si adegua ai ritmi e alla massificazione attuali. Da questo scontro la civiltà industrializzata esce inesorabilmente vincitrice e il protagonista, non potendo essere integrato, viene semplicemente schiacciato dagli ingranaggi della società.

   Una seconda lettura si può sintetizzare nel quesito : “quale può essere il destino dell’umanità ?” , in modo pur così lontano dai film apocalittici dove il destino dell’uomo è ridotto in una forma smaccatamente esteriore e dove, a ben guardare, non è l’Umanità la protagonista. Ad altri livelli viene qui prospettato il nostro destino. Niente di apocalittico, dall’ambientazione, alla recitazione misurata di Kirk Douglas e Walther Matthau. Ma in un soggetto e in una sceneggiatura, entrambi di Dalton Trumbo, ad un tempo semplici e complessi sta il valore di un film fortemente anarchico e polemico verso tutto il potere precostituito, verso le leggi della società “civile” che nel tempo si è fatta sempre più disumana. Dove si descrive tutto ciò che può essere l’uomo : la vera “umanità” e la tendenza che pericolosamente può portare l’uomo alla sua distruzione, i valori autentici e quelli mistificanti ; i primi, che in una società disumana portano alla emarginazione (o alla auto-emarginazione) fino all’inaridimento e alla distruzione della coscienza dell’uomo.

   Cosa si tenta di distruggere del protagonista ? Essenzialmente tre caratteristiche profonde : la libertà interiore, “ l’amore universale ” cioè il rispetto per tutto ciò che ci circonda, la solidarietà e la lealtà verso l’uomo. Tutte caratteristiche che vanno ricondotte non tanto al piano istintuale ma alla libera volontà dell’uomo.

   Ben si comprende allora a quali pericoli va incontro la nostra civiltà : potrà essere schiacciata e fatta morire “sotto le ruote di un camion” che essa stessa ha costruito (per giunta nel film questo camion, cioè il destino dell’uomo, trasporta gabinetti !).

   E il protagonista sopravviverà o l’essere investito dalla “civiltà” gli sarà fatale ? Spetta a noi, naturalmente, farlo sopravvivere. Per ora è ferito gravemente.

     Artie Shaw

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