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Il signore delle mosche

Regia di Peter Brook vedi scheda film

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La recensione su Il signore delle mosche

di Baliverna
8 stelle

Ecco, questa è la natura umana quando viene lasciata a se stessa.

Vedendo le recensioni discordi sono partito un po' scettico, però mi è piaciuto. Purtroppo non ho letto il libro, però mi pare - sempre che macchina da presa e penna siano qui concordi - che sia uno studio sulla natura umana per quanto riguarda la convivenza e le regole sociali, e torbidi istinti insiti nell'uomo come egoismo, violenza, volontà di comando. E il confuso bisogno religioso. Sarebbe anche da chiedersi se il responso poteva essere diverso, se al posto di bambini/ragazzini avessimo avuto degli adulti.
In ogni caso, quello che osserviamo con il procedere della pellicola è il progressivo inselvatichirsi di questi ragazzini educati al rispetto di una certa forma, un certo abbigliamento e buone maniere. Si assiste quindi alla nascita via via di tribù di stampo primitivo, dove il più prepotente si erige a capo, e governa gli altri con la forza, la violenza, e la paura. Non si può quindi parlare di un mero abbandono della forma e delle buone maniere, ma proprio di un imbarbarimento anche umano, che sfocia presto nel linciaggio rituale e nell'omicidio a scopo intimidatorio. Insomma, in quei ragazzini tirati su in qualche collegio aristocratico inglese, affiorano a poco a poco la cattiveria e la violenza, e in breve si ritrovano a essere dei barbari. Va tuttavia notato come davanti a eccessi come la cattiveria della tribù, le prepotenze sui più deboli e poi gli omicidi a più di qualcuno di loro viene da chiedersi "Ma che siamo diventati?".
Va osservato anche l'inizio di religione pagana che presto mette radici tra i ragazzini, come un confuso bisogno umano che in qualche modo deve trovare espressione.
Su una vicenda come questa le riflessioni e le interpretazioni possibili si sprecano; in ogni caso ho trovato verosimile il decadimento progressivo dei personaggi verso la violenza e la spietatezza.
Qualcuno insinua che Peter Brook, regista teatrale, sarebbe poco efficiente dietro la cinepresa. Io, invece, non ho notato limiti nella regia, che mi è sembrata formalmente ricca, adeguata, e per nulla teatrale.
In generale, penso che sia un film interessante per tutti, che stimola inevitabilmente varie riflessioni. E conferma anche quella che è una mia idea, cioè che il mito anarchico dell'organizzazione dal basso è appunto un mito senza fondamento. Un'ultima curiosità: è un film maschile al 100%.

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