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Donne in amore

Regia di Ken Russell vedi scheda film

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La recensione su Donne in amore

di Kurtisonic
8 stelle

Due anni prima del capolavoro dissacrante I Diavoli (1971) il regista Ken Russell dirige Women in love, film che contiene anche solo abbozzate alcune caratteristiche di quello stile figurativo che esploderà letteralmente con I Diavoli e che segnerà indelebilmente il lavoro di cineasti inglesi intelligenti e acuti quali Jarman e Greenaway. Al centro della sua cifra linguistica Russell mette la Recitazione e la Teatralità, e se oggi la nostra visione disincantata, moderna e annoiata ne coglie un certo ritmo didascalico e un gusto tendente alla rappresentazione barocca, è impossibile però non rilevare la carica vitale e palpitante che contiene, segno di un cinema pieno di energia e vicino al suo tempo e ai suoi stravolgimenti sociali e culturali.

Secondo una catalogazione degna dei Frammenti di un discorso amoroso di R.Barthes, Donne in amore è un ritratto strutturale in quattro parti del modo di intendere l'amore, di individuarne le forme, di incarnare una figura protagonista "..che parla dentro di sè di fronte all'altro.." (citaz. R.Barthes). Ambientato negli anni 20 nelle Midlands inglesi, le sorelle Ursula e Gudrun insegnanti nella scuola locale sono attratte rispettivamente da Rupert ispettore scolastico, e da Gerald industriale minerario. Il titolo possiede un suo senso interrogativo nascosto, la scena è equamente divisa fra i quattro personaggi principali senza che un genere sovrasti l'altro, ma trattandosi di amore il riferimento è esplicitamente diretto alla parte femminile di ognuno, a quell'area più volubile e profonda, che in modo irrazionale trasforma l'anima e la mente. Ursula rappresenta la forma di amore più convenzionale, la sua visione totalizzante viaggia su di un asse diretto ed esclusivo con Rupert, probabilmente risulta essere il personaggio più semplice ma anche discutibile, forse il più sincero. Rupert, pieno di contraddizioni, eroe romantico teso ad un'esistenza più teorizzante, aperta ma anche fisica improntata alla naturalità dei sensi. Gerald è divorato dal potere che gli cade addosso alla morte del padre senza sapere cosa farsene, la sua brama di possesso che è una ricerca di senso delle cose, non può che rivolgersi su Gudrun, il suo opposto inconciliabile e inafferrabile come fosse una sfida per mettere alla prova la sua capacità di conquista. Gudrun, che vede nell'uomo un semplice segno di orientamento alla sua indole tesa all'amore per l'arte, per la vita e il cambiamento, è ugualmente risoluta, ambiziosa ma rivoluzionaria nei pensieri e negli atteggiamenti. Mentre il rapporto fra le due sorelle è abbastanza delineato, dove Ursula immagina solamente il mondo agognato dall'altra che a sua volta  nel rappresentarlo fa trasparire quel sentimento così necessario e presente nella sorella, (ma è limitato alle apparenze positive senza l'afflato tragico che invece pervade ogni esperienza umana e artistica) , il legame fra Rupert e Gerald è alquanto ambiguo. In una delle scene madri del film i due amici dopo essersi confidati la loro affinità spirituale inscenano una sequenza di lotta libera completamente nudi per coronare il loro modo di intendersi e di conoscersi. Nelle scene equivalenti di un rituale espressivo analogo, le figure femminili invece comunicano danzando,  immerse nella natura o in artificiose rappresentazioni. Russell non propone psicologismi fuorvianti oltre che i dialoghi diretti fra i personaggi, lascia lo spazio all'immagine, al puro piacere del racconto senza influenzare il suo percorso naturale. Senza eccedere nel formalismo strutturale, cura con attenzione la composizione visiva, poichè è da quella che lo spettatore acquista consapevolezza verso il singolo protagonista e la natura del suo sentimento, lo misura sull'effetto che sortisce sul rispettivo amato, oggetto passivo e silenzioso come vero e proprio tramite indispensabile per la conoscenza di sè. In linea con la visione di Barthes, i personaggi esprimono nell'amore una condizione esistenziale assolutamente solitaria nella quale elaborare il proprio personale e unico sentire, senza che l'altro possa in qualche modo condividerlo. Senza soluzione, Donne in amore descrive la mortalità dei sentimenti, l'impossibilità ad aderire a una spiritualità comune che avvicini le persone anzichè allontanarle. Visto il capitolo successivo della filmografia di Russell, sembra anche rappresentare l'esaurimento del linguaggio cinematografico volto a costruire nuove storie su cui montare immagini contenute e verosimiglianti, Donne in amore è stato per il regista lo spartiacque fra la sua fase creativa più vicina a una forma classica per abbandonarsi poi ad un cinema apocrifo e teso alla rottura degli schemi, fatto di provocazione nichilista, di vocazione per lo scandalo e per la riscrittura amorale.

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