Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film
Camminano sempre con le braccia lungo il corpo gli attori di Kaurismaki, quasi senza ondeggiarle, come a esprimere un desiderio di anonimato, di discrezione, di isolamento. O sono forse i finlandesi in genere a camminare così, a causa dell'abitudine al freddo intenso e quindi tendenti a smuovere meno aria possibile intorno a sè? Sarebbe interessante verificarlo. Ad ogni modo, è proprio con Aki Kaurismaki che più che mai si sente l'esigenza di una visione non inquinata dal doppiaggio, onde poter cogliere le sfumature dei modi di fare mentre si dice, senza necessariamente beneficiare di presuntuosi adattamenti. E' ancora la semplicità la virtù principale dell'ultima opera di Kaurismaki. La semplicità narrativa (ci si aspetta di scoprire chissacosa nel passato che riaffiora), la semplicità delle persone (mangiare, dormire, parlare solo se si ha qualcosa da dire), la semplicità dell'ambiente che circonda. Una semplicità spiazzante, ricercata, determinata. Complicata. Rispetto a NUVOLE IN VIAGGIO (dai quali livelli siamo comunque lontani) facciamo un ulteriore passo indietro nella scala della quotidianità e piombiamo in un infernale eden di stracci, mortacci e poveracci, quasi a ritrovarci nella caricatura scandinava di un film di Ken Loach. Personaggi da antologia (l'avvocato, la bancaria, il rapinatore, la guardia giurata, Hannibal) e battute al fulmicotone. Una per tutte: "Quanto ti devo?" "Se un giorno mi vedi con la faccia per terra, rivoltami".
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