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Tutto o niente

Regia di Mike Leigh vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Tutto o niente

di fochetta
6 stelle

Il film descrive la vita di alcuni vicini in un palazzone di una periferia povera di Londra. In particolare si sofferma su una famiglia composta da padre obeso tassista, Phil, madre Penny, cassiera in un supermercato, la figlia obesa Rachel, che lavora come donna delle pulizie in un ospizio per anziani, e Rory il figlio obeso che passa tutto il giorno a ciondolare in cortile o sdraiato sul divano a guardare programmi idioti in TV. Tra i vicini ci sono la collega di Penny, Maureen e sua figlia Donna, che lavora in un bar, perennemente in lite con la madre e fidanzata con un ragazzo violento, volgare, stupido e presuntuoso, che è molto ammirato da un’altra ragazza, Samantha. Samantha e’ la figlia di un altro tassita, collega di Phil, Ron, e di Carol, una alcolizzata che passa tutto il giorno in completa balia dell’alcol. L’atmosfera che regna nel caseggiato e’ di violenza, rabbia, insoddisfazione, disperazione, che ogni personaggio cerca di scacciare come puo’. Samantha, oppressa dalla situazione della madre, a cui non puo’ porre rimedio, reagisce passando tutto il giorno sul pianerottolo a guardare gli altri con un atteggiamento ed un abbigliamento provocante. Rori, sfoga le sue insicurezze litigando con tutti i ragazzi del circondario, facendo a botte ed insultando la madre ogni volta che apre bocca. Tutto cio’ e’ perfettamente credibile ed in linea con la situazione di precarieta’ economica e scarsa cultura, manca di rispetto per se e per gli altri, che avvolge queste persone, ma il film non convince. Si apre come un resoconto asciutto, quasi documentaristico di alcuni giorni del sottoproletariato urbano inglese, che rappresenta senza peli sulla lingua con un linguaggio asciutto e volgare come e’ giusto che sia, poi diventa una specie di melodramma d’amore per concludersi con un quadretto da famiglia perfetta e felice di tipo borghese. Inoltre molti dei dialoghi sono strani, soprattutto Phil ha un atteggiamento da esistenzialista francese catatonico. I suoi discorsi che ricordano la filosofia spicciola dei detti popolari sono tutti costellati da lunghe pause e spesso pieni di frasi lasciate a metà. Inoltre ha sempre lo sguardo basso o perso nel vuoto, la bocca aperta e l’aria distratta. La figlia Rachel invece, è troppo ingenua e troppo docile e dolce, sembra tutto le vada bene, come non avesse aspirazioni o desideri, anche lei parla molto poco, solo se è interpellata, rispondendo per lo piu’ a monosillabi. Inoltre, c’e’ troppa violenza nell’atteggiamento del fidanzato di Donna, che in compenso e’ logorroico, come se lui temesse il confronto con Donna, cosa che normalmente avviene quando l’altro e’ considerato superiore, ma in questo caso non e’ pensabile. L’atmosfera e’ pesante, opprimente e claustrofobica, non basta qualche leggera battuta di Maureen, ad alleggerire la tensione. Maureen è l’unico personaggio positivo, che riesce ancora a trovare la forza di scherzare sulle disgrazie, e tirare avanti facendo un doppio lavoro senza comportarsi come una isterica. C’e’ un‘unica battuta veramente notevole in tutto il film, ma e’ talmente incassata in un discorso violento per concetti e linguaggio, che non si fa in tempo a riprendere fiato. Poi tutto vira al melodramma, verso la presa di coscienza di Penny e la trasformazione in famiglia felice, tutti puliti, ben pettinati, con il vestito della festa a mostrare quello che era tenuto ben nascosto sotto l’oppressione di una vita di sacrifici, scarsi guadagni, infiniti problemi.
La recitazione degli attori non mi ha proprio convinto: in particolare Donna, Helen Coker, sta tutto il tempo con il mento prospiciente e la faccia che fanno i bambini quando sono ingrugnati, per far capire la sua insoddisfazione. Carol, Marion Bailey, non è da meno, anche lei tutto il tempo col mento ingrugnato ed in fuori a dimostrare che non ha la sbronza allegra; ce ne saremmo accorti ugualmente. Phil sembra catatonico piu’ che angosciato e avvilito. In conclusione, il film non convince in nessun senso e non è nemmeno distensivo o allegro, quindi perche’ farsi del male andando a vederlo? Un film perdibile, lo definirei.

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