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Sulle mie labbra

Regia di Jacques Audiard vedi scheda film

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La recensione su Sulle mie labbra

di Peppe Comune
8 stelle

Carla (Emmanuelle Devos) è una ragazza che lavora in un'agenzia immobiliare. E' sorda e si aiuta, oltre che con un apparecchio acustico (che tiene ben nascosto sotto i capelli), con una grande abilità nel leggere i labiali (che tiene ben segreta). Ad un certo punto viene affiancata nel suo lavoro da Paul Angeli (Vincent Cassel), un ragazzo con precedenti penali che c'è la mette tutta ma non sa fare altro che fotocopie.

 

 

 

Noir atipico "Sulle labbra" del talentuoso Jacques Audiard (figlio di Michel, uno dei massimi sceneggiatori della migliore tradizione del noir francese) dove la componente criminogena è più funzionale al dispiegamento delle complesse psicologie dei protagonisti che atta a costruire un accattivante struttura narrativa tinta di rosso sangue. Per questo il film cede un tantino nell'ultima mezz'ora, quando si concentra tutto sugli sviluppi di una rapina. Per il resto è una mirabile descrizione dell'incontro- scontro tra due anime in pena, tra due persone che a diverso modo hanno problemi di adattamento sociale e a diverso titolo possono aspirare a qualche forma di riscatto. Carla e Paul sono una strana coppia di mascalzoni che dopo un primo momento di normale apprendistato capiscono che l'uno può rappresentare la possibilità di rivalsa dell'altro. Si scambiano ricatti e complicità vicendevolmente dando vita a un miscuglio di sensazioni che, se da un lato produrranno una carica erotica che solo nel finale esploderà in tutto il suo fragore passionale, dall'altro lato serviranno a entrambi per trovare giustificati motivi per esorcizzare la loro rabbia con gesti vendicativi. Paul ruberà importanti documenti che consentiranno a Carla di accrescere la sua posizione all'interno dell'ufficio. Carla, con la sua abilità a leggere le labbra, consentirà a Paul di mettere le mani sui soldi di una rapina. In quel covo di arrivisti corrotti che è l'ufficio in cui lavora, è soprattutto Carla a scoprire il piacere seducente della vendetta che oltre a riparare anni di angherie che è stata costretta a subire, la può affrancare da una vita vissuta in modo dimesso. É soprattutto Carla ad avere bisogno d'amore e vede in Paul quell'elemento tanto diverso dal suo universo emotivo quanto capace di farla emergere socialmente. E il film rende ottimamente la distanza emotiva tra i due protagonisti che trovano nella rabbia repressa e nel bisogno di rivalsa la complementarietà dei loro diversi intenti. Ottimi gli attori, soprattutto l'intrigante Emmanuelle Davos. Da appassionato del cinema dei Dardenne, mi è parso strano vedere Olivier Gourmet nei panni di un criminale (anche se occorre precisare che oltre ai ruoli da buono in "Rosetta" e "Il figlio", ne "La promesse" interpreta un padre dispotico e imbroglione). 

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