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Amore a prima svista

Regia di Peter Farrelly, Bobby Farrelly vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Amore a prima svista

di scandoniano
4 stelle

“Amore a prima svista” parla della storia di uno sgangherato latin-lover che, per far fede alla promessa fatta anni prima al padre in punto di morte circa la tipologia di donne da sedurre, si butta sempre sulle ragazze più avvenenti, le quali, sistematicamente, gli rifilano il più scontato dei “due di picche”. Un giorno, costretto suo malgrado a rimanere delle ore in ascensore con un guru dello showbusiness, esperto in fatto di seduzione, Harold (Jack Black) riceve un dono (o un sortilegio, dipende!): i suoi occhi vedranno le ragazze sulla base del loro aspetto interiore: dunque più sono nobili d’animo, più appaiono esteticamente avvenenti. Quando Harold un giorno incontra Rosemary (Gwyneth Paltrow), ragazza intelligente, di nobili ideali e dedita al volontariato, questi se ne innamora; questo cambiamento porta uno sconvolgimento nella vita di Harold ed in quella di chi era abituato a conoscerlo come motivato da altri canoni di valutazione.
Il film non è per nulla divertente e, nonostante ce lo si auspicasse, non è nemmeno particolarmente originale. Eppure il film è guardabile, nonostante l’usuale impronta caustica dei fratelli Farrely sia estremamente evidente: come in altri film dei due autori americani, anche in “Amore a prima svista” esiste una forte componente “politically uncorrect”: una sorta di efferato manifesto contro chiunque sia dissimile dai canoni estetici/morali/culturali convenzionali. Nonostante i fratelli Farrely cerchino ipocritamente di celarlo dietro un presunto umorismo dissacrante, in realtà il loro cinema è un continuo biasimare la diversità, atteggiamento esattamente speculare al modo di trattamento della stessa tematica da parte di Tim Burton. Nella fattispecie, l’obesità viene narrata come il principale handicap in circolazione: chiunque guardi la vera Rosemary, quella grassa insomma, sembra trovarsi al cospetto di un’appestata, di un fenomeno da circo. E lo stupore non è frutto dell’improvviso cambio di vedute di Harold, bensì della mancata appartenenza di Rosemary al gruppo delle taglie 42.

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