Regia di Luchino Visconti vedi scheda film
Ai suoi tempi questo capolavoro fu sottovalutato dai più: per me è una ipermalinconica epopea intima, una imponente nostalgia del tempo perduto, o della insicurezza del presente, del distacco (forse solo apparente), che pare esserci tra il professore e la scalmanata, pazzesca famiglia che gli piomba all'improvviso, quasi fosse però un desiderio realizzatosi, scaturito dai suoi sogni ricorrenti. Un film di grande umanità, soffocante per la sua sincerità come i libri, i quadri, gli arredamenti che invadono la vita "impaurita" del protagonista, un film e un appartamento avvolti in una eleganza decadente e desiderosa letteralmente di aria fresca senza però voler dimenticare, senza voler lasciare il vecchio modello di vita, nonostante le brutture e le disonestà insite in tutti i modelli: stili di vita e concezioni etico-socio-politiche che devono convivere con umiltà, umanità, compassione, amore. Regia stupenda, attori in stato di grazia. 9 1/2
Franco Mannino, W. A. Mozart, una canzone di Cristiano Malgioglio (che devo ammettere ha un suo fascino, anche per me che non amo di solito la canzone leggera novecentesca).
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