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Basquiat

Regia di Julian Schnabel vedi scheda film

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La recensione su Basquiat

di millertropico
6 stelle

C'erano una volta gli anni '80: patinati, glamour e con un (fondato) sospetto di inutilità assoluta. Un pò come questo film con cui Julian Schnabel ha esordito dietro la macchina da presa per raccontare (supportato da un cast davvero stellare) la parabola di gloria e distruzione di Basquiat, celeberrimo graffitista di colore assurto improvvisamente (e suo malgrado) al bel mondo dei mercanti e delle gallerie, e incapace di sostenerne la terribile leggerezza e crudeltà.
Considerato che Schnabel è "del mestiere", nel senso che quel mondo lo conosce molto bene, ci si poteva aspettare quindi qualcosa di più profondo e di meno ovvio di questa biografia tutto sommato conforme e patinata... invece Schnabel sembra essere più attratto e interessato dai particolari che dalla sostanza a partire dall'accurata scelta degli interpreti dove Jeffrey Wright ha il più perfetto dei physique du role e David Bowie stilizza alla grande la maschera di Andy Wahrol fino a sembrare una sua litografia, e finire poi con una suggestiva colonna sonora piena di "riferimenti alti" che fa "tanto atmosfera". 
A conti fatti, forse è proprio quel condensato muscale ciò che resta più impresso nella memoria: impossibile citare tutto ciò che contiene che spazia dalla lirica al pop. Vorrei ricordare però per lo meno fra le cose più accattivanti e suggestive queste piccole straordinarie perle: "It's All Over Now, Baby Blue" di Bob Dylan; "I'm Not in Love"  di D. Byrne (Toadies); "In That  All There Is?" di J. Leiber/M. Stoller (Pj Harvey); "Rise" di B. Laswell/J. Lydon (Tripping Daisy); "These Days" di Curtis/Hook/Albrecht/Morris (Joy Division); "She Is Dancing" di Kelly/Place/Schnabel (Brian Kelly) e soprattutto: "Tom Traubert's Blues (Four Sheets to the Wind in Copenhagen" di Tom Waits eseguita dallo stesso Waits, "A Small Plot of Land" di D.Bowie/B.Eno/M.Garson/E.Kizilcay/S.Campbell/R.Gabrels (David Bowie),  "Summer in Siam" di S. MacGowan (Pogues), "The Last Song I'll Ever Sing" di G. Friday/M. Seezer (Gavin Friday) e la celeberrima "Hallelujah" di Leonard Cohen qui interpretata da John Cale.

"There was a little prince with a magic crown. An evil warlock kidnapper him, locked him in a cell in a huge tower and took away his voice. There was a window with bars. The prince kept smashing his head against the bars hoping that someone would hear the sound and find him. The crown made the most beautiful sound that anyone ever heard. You could hear the ringing for miles. It was so beautiful, that people wanted to grab the air. They never found the prince. He never got out of the room. But the sound he made filled everything up with beauty".  (Julian Schnabel)

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