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Hunger Games: La ballata dell'usignolo e del serpente

Regia di Francis Lawrence vedi scheda film

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La recensione su Hunger Games: La ballata dell'usignolo e del serpente

di Souther78
4 stelle

Interessante come monito del futuro che ci aspetta, ma deludente, noioso, schizofrenico e monocorde. Decisamente su un altro livello (inferiore) rispetto alla saga che lo ha preceduto.

La trasposizione cinematografica di un'opera letteraria impone perlomeno una spiccata attitudine alla selezione e al riassunto. Da alcuni decenni autori e registi si sforzano di trasportare al cinema gli Hyperion Cantos di Dan Simmons, senza successo. A volte il passaggio è talmente arduo da risultare impossibile. Naturalmente, a meno di snaturare il racconto originale, oppure di realizzare un film mediocre.

Questo è senza dubbio il secondo caso. La fedeltà all'opera paga lo scotto, e conduce a un lungometraggio che sembrano due: arrivati a un'ora e mezza abbondante, ci si aspettano i titoli di coda, e invece... arriva una specie di sequel che suona come una nota stonata. Nella seconda parte si racconta, semplicemente, tutt'altra storia. E' un po' come mettersi a guardare un altro film, daccapo, quando si è ormai pronti a "metabolizzare" il primo. Probabilmente, una mezz'ora scarsa in più concentrata integralmente sulla prima storia avrebbe trasformato il tutto in un'opera assai più felice e azzeccata.

 

La fedeltà al racconto si paga anche sotto altri profili, e più precisamente lasciando che i meno avvezzi alla saga debbano interpretare (o semplicemente perdere) numerosissimi riferimenti. Per paradosso (o forse no?), l'unica parte che sembra funzionare è proprio quella degli hunger games, in cui gli spettatori del film sono nient'altro, se non il pubblico da casa, che nel lungometraggio si sintonizza per vedere le persone che si ammazzano. Dopo aver realizzato che "loro" siamo "noi", e cioè quelli che biasimiamo, ci accorgiamo che, al di là e al di fuori di questo morboso interesse per "chi ammazzerà chi", c'è ben poco interesse per la visione. Quando, nostro malgrado, veniamo proiettati nel secondo film, vorremmo magari pure interessarcene, ma - ahinoi - manca la materia prima. Sarà magari la sintesi cinematografica, che, stavolta, semplifica troppo, e rende alquanto insensato e ridicolo il cambio di paradigma nell'animo del protagonista, ma l'impressione conclusiva è che il finale sia tirato per i capelli.

 

Secondo Icke, questa saga racconta il futuro distopico preparato dalla massoneria internazionale, con le elite a dominare un mondo da una "città proibita", mentre le masse sono alla loro mercè. Questa consapevolezza potrebbe giustificare la visione di un prodotto che, altrimenti, ha ben poche frecce al suo arco. Decisamente non in linea con la saga che lo ha preceduto, vuoi anche per l'assenza di attori e personaggi di spicco. A questo punto, cosa auspicare, se non che... chiudano gli Hunger Games?

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