Regia di Alain Resnais vedi scheda film
Difficile, scostante, intellettualistica, ma affascinante opera di Alain Resnais. Resnais è autore discontinuo nel modo di fare cinema. Talvolta è scorrevole, talentuoso e immediatamente comprensibile. In altri casi, strapazza gli stili cinematografici, richiede allo spettatore molta attenzione, concentrazione, disponibilità ad accettare un modo narrativo inconsueto nel linguaggio cinematografico. “L’amour à mort” rientra a pieno titolo in quest’ultima casistica. All’inizio, è faticoso accettare un film le cui brevissime scene sono interrotte da inquadrature del volo di piccole piume nell’aria o da uno schermo nero, accompagnate da una musica moderno-contemporanea per me inascoltabile se non in questo film. Film comunque bellissimo per il livello dei dialoghi e per le prestazioni attoriali dei quattro protagonisti. I dialoghi sono talmente penetranti e originali da giustificare le interruzioni di penne al vento e schermi neri con musica irreale. Sabine Azéma domina la pellicola, coadiuvata a dovere dagli impeccabili Pierre Arditi, Fanny Ardant e André Dussolier. Lo consiglio, ma solo se si ha il desiderio di riflettere, oltre che di vedere un film.
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