Espandi menu
cerca
Rumore bianco

Regia di Noah Baumbach vedi scheda film

Recensioni

L'autore

mck

mck

Iscritto dal 15 agosto 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 206
  • Post 133
  • Recensioni 1084
  • Playlist 313
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Rumore bianco

di mck
9 stelle

Not Dark Yet. (Un Forte Rumore di Niente.)

 

Rumore Bianco, e Nube Nera.

«È vero che Kraus scrisse: “A proposito di Hitler non mi viene in mente nulla”. Ma era la prima riga di un libro su Hitler e i nazisti.» - Jonathan Franzen, “the Kraus Project”, 2013.

 


Il Professor Jack Gladney (Adam Driver), invece, ci ha costruito un’intera carriera universitaria sull’imbianchino-acquarellista austriaco (altri lo hanno fatto su Elvis), e ha un sacco di cose da dire pure sul cane del Führer, anche se sta cercando solo adesso, in vista di una grande quasi conferenza colta sull’argomento, d’imparare il tedesco (“Carnoso, distorto, sputacchione, porporino e crudele.”Don DeLillo, "White Noise", 1984, traduzione di Mario Biondi, Einaudi) prendendo lezioni da un fuoriuscito male in arnese per non dare troppo nell’occhio.

“I read the book when it came out. At that time I thought it unadaptable to film. I haven’t changed my mind.” - Paul Schrader, 31/12/’22

Ma, giusto per iniziare dal principio, ecco che, curiosamente, pure il “Crash” di James G. Ballard, del 1973, è stato trasposto su grande schermo dopo molti anni, quasi un quarto di secolo dopo, nel 1996, da David Cronenberg.

Gli incidenti veicolari (m’anche solo l'arrivo delle station wagon in migrazione cariche di famiglie e studenti al campus universiatario, ogni settembre) come Destino Manifesto del Sogno Americano (eros & thánatos), ovvero: “Tutto è un’automobile!” 

 

 

"Godiamoci questi giorni senza finalità fintanto che è possibile, mi dissi, temendo qualche sorta di rapida accelerazione." - Don DeLillo, op. cit.

Lessi “White Noise”, un bignami della e sulla seconda metà del Novecento Occidentale, nel mio periodo delilliano, più di vent’anni fa, quando feci scorpacciata uno via l’altro di “Libra” (il libro che, assieme a “Moby Dick” e “l’Assommoire”, Primo Levi e Cesare Pavese, e più tardi “Gain”, “Blood Meridian”, “American Tabloid” e “the Human Stain”, ha modellato il mio approccio verso la letteratura), “UnderWorld”, “the Names” e “Mao II”, e quasi quarant’anni sono passati dalla sua pubblicazione: com’è cambiato il mondo, nel frattempo, e che “senso” ha traslare (¡ridurre!) al cinema un romanzo invecchiato così… bene? La tautologica risposta a una domanda retorica (che fa il verso a quelle purtroppo reali e seriose davvero poste) è, s’è vero che “1984”, scritto nel 1948, genererà modernità e contemporaneità e speculazione filosofica tanto nel 2056 quanto nel 3988 e financ'oltre, “Chi se ne fotte!” [E, tornando per un attimo a “Libra”, grazie al Dio delle Traiettorie le cartucce sparate da Barry Sonnenfeld e Michael Almereyda poco prima e poco dopo l’Y2K e l’11/9 erano... in bianco, cioè a salve, e hanno fatto ben poco... rumore.]
Di fatto, poi, e innanzitutto, Noah Baumbach, dopo il capolavoro “seventies-twenties” di “Marriage Story”, non “aggiorna” al presente il romanzo di Don DeLillo, ma lo ambienta nel tempo che gli compete, la metà degli anni ‘80, in copp’alla collina con vista sul Disastro. E sembra l’oggi che panasonicamente ci pervade: music for airport e cieli sopra l’autostrada del colore di un televisore sintonizzato s’un canale morto.

- La tua morte lascerebbe un buco più grande nella mia vita di quanto la mia nella tua.
- Starai bene. Viaggerai e vivrai una vita nuova ed eccitante. Io invece mi limiterò a sedermi su quella sedia con l'abito che ho indossato al tuo funerale per sempre.
- Ti sbagli, e non vuoi davvero morire prima. Non vuoi essere solo, ma non vuoi morire più di quanto non vuoi essere solo.
- Spero ch’entrambi vivremo per sempre.

 


Riassumendo.
“Big Man, Middle Age. Questo descrive la tua angoscia?”

La famiglia (o qualsiasi conglomerato di persone ) come culla della disinformazione.
- Come galleggiano gli astronauti?
- Sono più leggeri dell'aria.

Teorie del Complotto (e nozionismo utile a propalarlo: dove vanno le anatre di Central Park in inverno? E conoscere tutte le risposte renderebbe gli esseri umani più felici o più infelici? E sarebbero ancora esseri umani? E sarebbe un bene o un male? E per chi?), Paura della Morte e Nazismo Avanzato come rifugio all’inesistenza (del) trascendente e alla finitezza (dell’) immanente.

Concludendo.
“Forse non c'è morte come la conosciamo, solo documenti che passano di mano.” 

 


- - - - - INIZIO PRIMO INTERMEZZO - - - - -

“Pensavi che Hitler ti avrebbe protetto.”

Generatore Automatico di Corsi Universitari:
- Entanglement Quantistico e #MeToo: una Convivenza Possibile o una Convenienza Reciproca?
- Antropologia e Felicità: le miniere cinesi di grafene nell’Africa Sub-Sahariana non esistono, ma creano reticoli nel cyberspazio.
- Interazione Debole, Cancel Culture & e-Commerce: la Sussidiarietà del Marchio verso il Genere.
- QCD, Mansplaining & Vettori Spaziali Riutilizzabili: UGC D.O.C.G.P. e gestione della Sindrome di Kessler.
- Dualismo Onda/Particella, Fake News & Smartphone: perché Giovanni Floris viene nelle mutande dopo ogni applauso alla cazzo di cane?

“Potrebbe non piovere per vent'anni e le nostre [della Bassa Milanese, o Alta Calabria] riserve non si esaurirebbero comunque.”
Rino Pruiti, sindaco di Buccinasco, estate 2022, stralcio da un’intervista rilasciata a Radio Popolare e qui riportata a memoria. [Qui una pezza d’appoggio.]
Una cosa giusta detta nel modo sbagliato? No: una cosa giustissima e sacrosanta (al contrario della decisione presa da Giuseppe Sala, sindaco di Milano, di interrompere l’irrigazione delle giovani piantumazioni arboree cittadine, generando così un duplice spreco di risorse, a cascata; o di quei fessi che convintamente gioiscono con un "Putin Suka!" per via delle alte temperature di questa stagione fredda) detta in modo incompleto, in attesa delle estati, degli autunni, degl’inverni e delle primavere del 2023, 2024, 2025…

«Un mattino del 2020 i nostri pronipoti leggeranno notizie come queste: “Gli strateghi navali hanno messo a punto un sistema per lanciare terribili uragani contro le flotte nemiche. I problemi del traffico e i parcheggi sono stati finalmente risolti con l’automobile antigravitazionale. È diminuito il prezzo ddei cervelli elettronici tascabili che hanno ormai soppiantato le antiquate radioline.” Nel libro “Il mondo tra 50 anni” [Mesthene, Brennan, MacDonald, Halaby, Pierce, Malone, Oettinger, de Sola Pool, DeCarlo, Scarlott, Gale Johnson, Hauser, Kahn e Wiener, Revelle] nessuno degli autori si abbandona a visioni tipo Verne e Wells, i marziani non sono alle porte e per i viaggi da un pianeta all’altro è meglio aver pazienza. Lo scopo del libro è di stabilire quale potrà essere il contesto tecnologico e della politica sociale e internazionale tra 50 anni. Non c’è e non poteva esserci un’unica risposta. Si percorre l’intera gamma che va dall’ottimismo al pessimismo. Ci saranno meno guerre, più abbondanza per tutti, un maggiore equilibrio politico, una più larga disponibilità di energia. Ma su queste rosee ipotesi incombe un pericolo: l’uomo del 2020 avrà magari risolto il problema del controllo nucleare, ma non saprà come difendersi dall’esplosione delle informazioni. Il mondo sarà saturato di cultura elettronica, da ogni angolo delle strade e delle case verranno cifre, notizie, frammenti di ricordi, previsioni: una sorta di continuo ossessionante sussidio della memoria. Aprendo le cateratte dell’informazione, la tecnica avrà dischiuso un’ambigua prospettiva per l’uomo, di beneficio e di minaccia in sé
Da “TuttiLibri”, RAI, 1970, autore sconosciuto (?), citato da “Petrarca”, Rai3, 31/12/2022 (chiedo scusa per la presenza di Pif, il momento citato iniazia a 22'05'').

- - - - - FINE PRIMO INTERMEZZO - - - - - 

 

 

“Ti amo. Ma temo la morte più di quanto ti amo. E ti amo davvero, davvero tanto.”

Noah Baumbach scrive e dirige il suo film più altmaniano (“the Long Goodbye”, 3 Woman”, “Short Cuts”), e quindi paulthomasandersoniano (“Punch-Drunk ↑ Love”, “the Master”, “Inherent Vice”, “Licorice Pizza”, col guado del fiume a fare da controcanto alla discesa "in retromarcia" col motore in folle e il serbatoio a secco) e formalmente spielberghiano (l’inverazione dello spirito, nello stile, di “Close Encounters”: i totali, i primi piani, la luce nel cielo e quella sui volti), con un prolungato momento contro-"Turist" ("Force Majeur") e ur-"Don't Look Up" e un finale demme*-moretti-weineriano. (*Come già “Marriage Story”.)

 

 

E un momento d’intercalare filmico, questa volta fortuitamente, nuovamente morettiano (stessa forma significante, dovuta ad una evoluzione parallela del costruire cinematografico, con esiti divergenti, quella in cui il protagonista cerca e trova conforto e speranza nella spazzatura; e a tal proposito si consideri anche quel “romantico” capolavoro satirico di “the Cloud Is Coming”, grazie e attraverso il quale “White Noise” celebra la propria mitopoiesi in corso nel mentre del farsi, al cospetto d’un focolare di ombre cinesi e pupi siciliani).

 

“Tutti gli intrighi tendono alla morte. È la loro natura, intrighi politici, terroristici, amorosi, narrativi, intrighi dei giochi infantili. Ogni volta che intrighiamo ci accostiamo alla morte. È come un contratto che devono firmare tutti, chi intriga come coloro che sono i bersagli dell’intrigo.

È vero? Perché l'ho detto? Che cosa significa?”

Don DeLillo - op. cit. 

 


Adam Driver (qualche Star Wars e poi “Paterson”, “Silence, “Midnight Special”, “Logan Lucky”, “BlacKkKlansman”, “the Man Who Killed Don Quixote, “the Dead Don’t Die”, “Annette”, “the Last Duel” e, in attesa del “Megalopolis” coppoliano, qui alla quinta collaborazione con Noah Baumbach dopo “Frances Ha”, “While We're Young”, “the Meyerowitz Stories” e “Marriage Story”) non sbaglia una virgola, e Greta Gerwig (“Lady Bird”), dopo più di un lustro di assenza davanti alla MdP (gl’inizi con Joe Swanberg, il sodalizio artistico-amoroso con Noah Baumbach – “Greenberg”, “Frances Ha”, “Mistress America” - e “To Rome with Love” e “Wiener-Dog”), convince assai.
Chiudono il cast Don Cheadle, Raffey Cassidy, Sam Nivola, May Nivola, Lars Eidinger, Barbara Sukowa, (alla quale è riservato l'acme del climax: “I non credenti hanno bisogno dei credenti. Hanno un bisogno disperato che qualcuno creda.” - Don DeLillo, op. cit.), Jodie Turner-Smith, Bill Camp, Kenneth Lonergan e Danny Wolohan.

 

"Nel corridoio di sopra si mise in azione il rivelatore di fumo, per informarci o che le batterie si erano scaricate o che la casa era in fiamme. Finimmo di pranzare in silenzio." - Don DeLillo - op. cit.

Fotografia di Lol Crawley (“Utopia”, “the Childhood of a Leader”, “the OA”, “Vox Lux”, “Dau”, “the Devil All the Time”), montaggio di Matthew Hannam (“Enemy”, “James White”, “InTo the Forest”, “Swiss Army Man”, “the OA”, “It Comes at Night”, “WildLife”, “Vox Lux”, “Possessor”) e musiche di Danny Elfman. Produce, tra gli altri, A24, e distribuisce Netflix.

 

 

- - - - - INIZIO SECONDO INTERMEZZO - - - - -

“È normale che si trovino persone oneste e ben intenzionate incuriosite dalla catastrofe quando la vedono in TV. Soffriamo di dissolvenza cerebrale. Abbiamo bisogno di una catastrofe occasionale per spezzare l'incessante bombardamento di informazioni. Il flusso è costante. Sono parole, immagini, numeri… Solo la catastrofe attira la nostra attenzione. Ne abbiamo bisogno, la pretendiamo.”

Non so se la domanda del giornalista del Manifesto fosse volutamente ingenua e scentrata, ma di fatto ha permesso a Meloni di esplicitare (o l’ha indotta a dire) che il fuoco del discorso del ministro non verteva sugli studenti ma sugli insegnanti.

(Ho corretto - non tutti, ma solo - alcuni degli errori di consecutio e affini – a carico più dei parlanti che dei trascriventi – che proprio facevano e avrebbero continuato a far sanguinare gli occhi.)

Andrea Fabozzi (il Manifesto): Il suo ministro Valditara è molto attivo nel proporre un'idea di scuola molto tradizionalista, molto chiusa, gerarchica, quasi ottocentesca. Avevo la curiosità di chiederle, visto che lei ha una storia di militanza politica spesso e volentieri cominciata proprio nelle organizzazioni giovanili e studentesche, e che il suo partito ha più di un’organizzazione giovanile studentesca, è molto attivo... e lei può immaginare, dal mio punto di vista, anche troppo attivo…

Presidente Meloni: (ridendo) Questo lo considero un complimento.

Andrea Fabozzi: Volevo chiederle se lei possa condividere questa idea, diciamo, di scuola “sterilizzata” dalla politica.

Presidente Meloni: Forse io e lei non interpretiamo allo stesso modo le parole del Ministro. Se chiaramente l'intenzione del Ministro fosse quella che lei dichiara, io non sarei affatto d'accordo. Io ci sono cresciuta, e le dico di più, mi è capitato spesso di sentirmi dire “ma non ti spaventano?”. Per esempio, la prima volta che ho presieduto la Camera dei Deputati, alla mia prima legislatura - cioè in un Parlamento che era ancora di livello straordinario e io avevo 29 anni -, mi chiesero “non ti spaventa?”. Io ho sempre risposto che quando si esce vivi dalle assemblee studentesche si può fare qualsiasi cosa. Quindi considero la migliore palestra della mia vita la politica studentesca, ma non credo che Valditara si riferisse alla politica dell'associazionismo studentesco.
Credo piuttosto che Valditara si riferisse all'utilizzo della scuola come luogo di indottrinamento politico, da parte non di chi la frequenta ma di chi ci lavora. Questo è un tema che delle volte è stato presente, oggi mi pare lo sia meno, ma non lo so perché non le frequento più. Io ne sono stata personalmente vittima quando ero ragazza, proprio per il fatto che facevo politica, e questo io non penso che sia giusto. Non penso che sia normale. Penso che ognuno ovviamente debba avere le proprie idee e che bisogna sempre difenderle, ma penso che per chi ha la responsabilità di insegnare si debba sempre fare attenzione all'utilizzo che si dovesse fare di quell’insegnamento; delle volte è accaduto e credo che questo sia qualcosa che va stigmatizzato, proprio per favorire quella libertà che invece poi diventa il tema della palestra dell'associazionismo studentesco. Devi poter fare associazionismo studentesco senza per questo rischiare che qualcuno non ti prenda in simpatia, perché delle volte è accaduto e questo indipendentemente da quale parte dovesse accadere non è giusto, non è bello e non è educativo nel sistema democratico e costituzionale.

- - - - - FINE SECONDO INTERMEZZO - - - - - 

 

 

The Cloud Is Coming! (By Dean Wareham & Britta Phillips on set, collaboratori di lungo corso di Noah Baumbach.)

The Nyodene dogs are here to stay
The government knows more than they say
UFO sightings in Farmington town
Widespread looting all around
Three live deer at the Kung Fu Palace are dead
Those pretty clouds ain't what they seem
How come I'm never in the mood?
They're putting something in the cafeteria food

I see no difference between the blue and the red
The cloud is coming for us all

Korean Airliner in the Japanese sea
Can't you see those blinking lights?
West of Sakhalin, a SU-15
Had them in his sights
German shepherds from New Mexico
Coming down by parachute
See the men in their Mylex suits
Coming here to burn and loot

There's no difference between the blue and the red
The cloud is coming for us all

Behind the curtain in East Berlin
They engineered a freak
They put a human brain into a chimp
They say the simian tried to speak
Two of the men at the switching yard are dead
Exactly as we feared
Chopper flew inside the toxic cloud
And never reappeared


I see no difference between the blue and the red
The cloud is coming for us all      

 

 

White Noise” è un film che coglie lo zeitgeist: pandemie e complottisti, riscaldamento globale e negazionisti, guerricciole e tornacontisti: è il film perfetto non tanto per perculare la brulicante massa informe di babbei, cacciari, citrulli, orsini e pisquani che pervade l’aere terracqueo, quanto per agire da richiamo in chi è già autodotato di vaccino culturale contro gl’idioti in marcia.

“Resumé” di Dorothy Parker.

Razors pain you;
Rivers are damp;
Acids stain you;
And drugs cause cramp.
Guns aren’t lawful;
Nooses give;
Gas smells awful;
You might as well live.

White Noise”, data l’impossibilità attuale di mettere in pratica l’immortalità (la Singolarità del transumanesimo kurzweiliano, oppure, per altri versi, più “grezzi”, lo stesso, recente “Zero K” di Don DeLillo) in quest’Era della Protesi (il migliore dei mondi possibili… a parte tutti quelli futuri), non può che (s)finire in musical (by LCD SoundSystem), rassegnandosi alla speranza. New Body Rhumba! (Una sfinente scena in sfinendo straniante quasi quanto - e forse più - quella post/during burn-out presente in "the Hurt Locker" di Kathryn Bigelow & Mark Boal.)

 

 

Non lo senti che tuona?
Non lo senti che tuona già?
Non lo senti che suona?
 
È lontano, però sembra già più vicina
Questa musica che abbiamo sentito già...
 
Babbo c'è un assassino: non lo fare bussare!
Babbo c'è un indovino: non lo fare parlare!
Babbo c'è un imbianchino... vestito di nuovo...
C'è la pelle di un vecchio serpente
Appena uscita da un uovo.

E c'è un forte rumore di niente:
Un forte rumore di niente...
 

 

“Non sapevo potesse esserci così tanto da dire sul cane di Hitler.”

* * * * ¼ - 8.5 

 

Not Dark Yet. 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati