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Il settimo sigillo

Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film

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La recensione su Il settimo sigillo

di noodless94
10 stelle

Mi piace definire questo genere di film come opere filosofiche, nella quale il regista si fa delle domande, e lo fa attraverso il film , permettendo anche a coloro che guardano di riflettere sulle domande che il film(o il regista) si sta ponendo. Nel film stesso potremmo individuare questa figura nel pittore che dipinge la morte e intrattiene un discorso con lo scudiero, il quale gli dice che così terrorizzerà le persone e in più le farà pensare, e questo potrebbe spaventarle ancora di più. (Rapporto regista-spettatore)

In Italia il più famoso è sicuramente Fellini, il quale riesce a mettere in pellicola i suoi pensieri, le sue riflessioni. 

 

Ma cosa si sta chiedendo il regista? Che domanda si sta facendo? 

Ambientando il film nel 1300 circa, con la peste che abbonda e che miete vittime, Bergman analizza i due più grandi dogmi della vita dell'uomo: la morte e Dio. Se la prima è certamente presente nella vita di ogni uomo, il secondo potrebbe non esistere, mentre se la morte ci toglie qualsiasi speranza, la presenza di Dio potrebbe aiutarci ad immaginare un mondo ultraterreno dove la nostra vita possa continuare. Ma il punto è questo: Dio esiste? Dio è presente nella mia vita? Questo si domanda il protagonista, sperando in qualche segnale che non gli preluda il nulla eterno, il buio infinito che ci sarà dopo la morte qualora Dio non esistesse.

All'inizio è presente la scena emblematica di tutto il film, che continuerà fino alla fine. La partita a scacchi contro la morte. Tempo, questo chiede il protagonista. Il tempo per trovare una risposta, per rimediare a errori del passato, per riempire un vuoto presente da anni, pur sapendo che la morte, prima o poi, troverà il modo di batterlo. Ma il tempo concesso è abbastanza? No, così come non lo è per noi uomini. Passiamo la vita a svoglere i nostri affari, e solo quando capiamo che la fine è vicina cominciamo a porci domande, a cercare risposte. Chiediamo tempo, ma questo scorre inesorabile, senza pietà, lasciandoci alla fine solo rimpianti.

Ma cosa possiamo fare contro questo flusso temporale che ci assale, come possiamo difenderci? 

Dovremmo fermarci, gustarci appieno il momento, condividerlo con qualcun altro a noi caro, nelle piccole cose, nelle cose semplici.

Sono molto legato a questo concetto, perchè ritengo che possa essere una risposta a tante nostre domande, perchè in una società che corre senza fermarsi trovare tutto ciò è raro, e mi piace sottolinearlo sempre quando nei film colgo qualcosa che mi porti a pensarlo. 

 

Il film è un capolavoro, di quelli che non saranno più ripetibili. In una società come la nostra che, come ho detto prima, corre senza mai fermarsi, e che quindi pretende sempre tutto al massimo, un film così lento, così teatrale è impossibile da immaginare. 

Resterà negli annali, nella storia del cinema, come spetta a tutti i capolavori della settima arte.

 

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