Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Film che fa parte del nostro patrimonio cinematografico e che ha lanciato definitivamente Bergman nel panorama mondiale. Adattamento di una pièce teatrale e girato con un budget ridotto.
La trama è nota, il cavaliere Antonius Block, reduce dalle crociate, si ritrova in un clima corroso dalla peste e dal fanatismo. La morte, inoltre, lo reclama. Riuscirà a vivere più a lungo grazie ad una partita a scacchi con la Mietitrice. Durante il suo percorso incontra vari personaggi, tra cui i teatranti e la fanciulla condannata per stregoneria.
Bergman qui è ancora parzialmente influenzato dalla sua rigida educazione religiosa. Il regista ci mostra un mondo dominato dal bigottismo, un bigottismo dal quale si fatica a fuggire. Persino Block, contrario all'omicidio della giovane "strega" non la libera e passa oltre.
Il protagonista s'interroga sull'esistenza di Dio, lo cerca e non lo trova. Siamo in un periodo storico di transizione, il film esce nel 1957, la seconda guerra mondiale è passata, ma è ancora viva nelle persone, tanto viva che ancora ci si domanda:"Dov'era Dio?" Il viaggio di Block è innanzitutto un viaggio spirituale.
Molto suggestiva nel film è la figura della Morte che è rappresentata in modo quasi allegorico, clownesco. La pellicola è indiscutibilmente una riflessione su Dio, la morte e la vita. Al di la degli errori storici, che non pesano, il film ci porta in una dimensione altra dove meditare per trovare noi stessi.
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