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Todo modo

Regia di Elio Petri vedi scheda film

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GIMON 82

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La recensione su Todo modo

di GIMON 82
8 stelle

"Ministri,deputati,professori,artisti,finanzieri,industriali:

Quella che si vuole chiamare la classe dirigente.

E che cosa dirigeva in effetti,concretamente?

Una ragnatela nel vuoto,la propria labile ragnatela.

Anche se di fili d'oro......

Leonardo Sciascia   da  "Todo Modo".

 

 

Leonardo Sciascia da Racalmuto,scriveva cosi' nel 1971,con Pasolini era la "voce scomoda" contro il "palazzo".

Un intellettuale nichilista,pervaso da un pessimismo atavico e razionale,tutto di marca siciliana.

Mentre era in vacanza con la famiglia,su un monastero abbandonato alle pendici delle zolfare sicule,si trovo' dinanzi ad uno "strano rituale".

Notabili democristiani e allievi d'un convento,presieduti da un sacerdote "maestro",alle prese con "strani rituali".

Esercizi demiurgici/spirituali,in un eremo siculo, con onorevoli e deputati che s'incamminavano avanti e dietro,proclamando orazioni.

E' li che nascera' il romanzo "Todo Modo",un attacco frontale piu' alla chiesa cattolica che alla Democrazia cristiana.

Cosi' disse Sciascia dopo aver visionato il film omonimo di Elio Petri.

Il regista romano attacca direttamente l'organo democratico,Sciascia si affido' invece nel romanzo ad un invettiva anticlericale.

Non bastano giustificazioni postume a dover definire la struttura dell'opera "Todo Modo",come attacco ad entrambi i "sacri istituti".

 

Elio Petri sposta la sua macchina da presa su un fortino lugubre e spettrale,un "aula bunker" cementificata".

Sorda agli umori esterni,diventa oggetto di "culto spirituale" per figure di potere,che qui si riuniscono annualmente,per "purificarsi" e spartirsi le fette unique dello "status quo".

L'ordine dei "sacri istituti" verra' sconvolto da misteriosi delitti,d'una mano illogica e misteriosa,che guida irrazionalmente il filo (ill)logico del film.

Un filo o "ragnatela d'oro" guidati da un quadro,

Lo vediamo all'inizio del film,nel corridoio fortino,dove si affiancano il ministro Gian Maria Volontè e l'inquietante Mastroianni/ Don Gaetano.

E' una figura lugubre e controversa quella del dipinto,

Un prelato tentato da un demone.

 

Non un demone qualunque,ma occhialuto,quasi come un burocrate democristiano che affolla il ritiro spirituale.

La voce della regia è cosi' figurata in quel "demone burocrate",

Che assume sembianze parossistiche,dell'inossidabilita' della corruzione politica a braccetto col clericalismo cristiano.

L'afflato amaro e polemico dato da Petri è evincente in ogni inquadratura,spettrale come i suoi personaggi,dove emergono il grandissimo Volontè/Moro e il luciferino Mastroianni.

 

Esponenti d'un organo "superiore",che nel periodo del film era rinchiuso nelle aule di Montecitorio.

La metafisica e l'aura spettrale,sono un valore enorme del film,controverso nella sceneggiatura,e corrosivo in ogni fotogramma.

Una maledizione cinematografica dal valore straordinario,una satira all'incontrario,dettata da un cineasta ispirato e polemico.

"Todo Modo" rappresenta con la sua forza ellittica,uno degli ultimi baluardi d'un cinema italiano sfrontato e di denuncia civile.

Nel 1967  Petri con "A ciascuno il suo"( tratto sempre da Sciascia,)rappresento' una societa' siciliana e italica,compromessa politicamente e culturalmente,con afflati realistici,dove c'era pero' la figura dell'intellettuale Laurana (Volontè),che cerca con la cultura e l'intelligenza di svelare sudici segreti da "PALAZZO".

In "Todo Modo" mancano le figure eroiche,c'è una terra bagnata e immersa da immondizie "documentarie" e da "cadaveri eccellenti" che avvolgono i giardini del "convento".

Petri sceglie cosi' di figurare le sue "marionette" politiche alla stregua d'uno stile grottesco,sottolineando con i primi piani della cinepresa un mondo "inviolabile" ai segreti esterni,e alle leggi "terrene".

Un quadro flemmatico e molto "spirituale",vivente nella fotografia ruvida e tetra.

Un buio dell'umano rappresentato da "demoni burocrati" in abito e doppiopetto.

E' una corte dei cosidetti "Colletti bianchi",comici involontari nelle loro esimie e inquietanti orazioni. Peccatori da "purificare dinanzi alla superiorita' d'un Dio dalle fattezze d'un sacerdote. Un sistema "infernale" e maledetto che avvolge ogni organo politico,sociale e culturale,mettendo su le basi per un "golpe" ai danni degli ideali puri della politica.

"Todo Modo" sembra dire questo,percorre una una chiave filmica

molto ostica,dove le metafore sono nascoste dal suggello 

di elucubrazioni "ministeriali" e santificate.

Un opera da romanzo "violento" nell'iconografia politica e (Demo)cristiana,dove non ci sono eroi,puri e idealisti.

Ci sono solo "ombre" comandate da un ordine "metaterreno" e macchiavellico,dove i suoi personaggi muoiono per indigestione o ingordigia di "Potere"..........

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