Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
Sono estremamente fermo e possente sul pensiero di indicare Pier Paolo Pasolini, come un uomo che non si è mai visto dietro la macchina da presa. Nessun altra insulsa e insignificante figura con due braccia e due gambe(che corrisponde all'essere umano), nella storia limitata (ma priva di qualsiasi vincolo temporale) del cinema si è avvicinata alla bolla d'acqua che racchiuse Pasolini. Sarà, molto probabilmente quel cervello, già dalla nascita impostato sulla voce, Poesia, che fece di Pasolini un regista, ma soprattutto un artista ascetico. Salò o le 120 giornate di Sodoma... eh bella sfida. Non è facile guardarlo, non è facile VIVERE dopo averlo guardato, ma è molto facile ( a meno che voi non siate una scarpa depravata dal tempo, persa oramai, da qualche parte, nelle foreste dell'Oregon) rimanere disgustati da quello che Pasolini mette in scena. Suddiviso in quattro gironi infernali: Antinferno, Girone delle manie, Girone della merda e Girone del sangue, che richiamano la morfologia della Comedìa di Dante, questo film, definibile tranquillamente come una Poesia, è una rappresentazione di crudeltà, malignità, disumanità ad un livello troppo poco percepibile e tangibile da risultare reale; in una sola parola Fascismo. Qui si parla di uno che fa capire realmente cosa il Fascismo sia riuscito ad esportare di più malvagio e terribile dall'uomo.
Da sempre impaginato come una vergogna, uno scandalo. Guardatelo. È proprio quando l'umanità arriva a toccare la disumanità che nessuno vi vuol far sapere, conoscere ed è proprio in questi momenti che la ribellione intellettulale avrà un buon motivo per essere mossa.
Giudizio:8
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