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Il mostro della laguna nera

Regia di Jack Arnold vedi scheda film

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La recensione su Il mostro della laguna nera

di YellowBastard
7 stelle

Il Mostro della Laguna Nera (Creature from the Black Lagoon) é un cult imperituro del genere fantastico che ha dato origine a due sequel, La vendetta del mostro (Ravenge of the Creature, 1955), sempre dello stesso Arnold, e Terrore sul mondo (The Creature walks among us, 1956), per la regia di John Sherwood, ma soprattutto di epigoni, non solo in campo cinematografico, in quanto origine di una sorta di archetipo (l’uomo-pesce) presente ancora nell’immaginario moderno oltre che a svariate citazioni e a varie emulazioni in tantissime pellicole di genere (l’esempio più recente é il pluripremiato The shape of Water di Guillermo del Toro).

 

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In realtà la stessa pellicola di Arnold è a sua volta estremamente debitrice di altrettante opere sia in campo cinematografico (il seminale King Kong di Cooper & Schoedsack) che nella letteratura (La Bella & la Bestia di Jean Marie Leprince De Beaumont) con cui condivide il tema del complesso rapporto tra una protagonista femminile e i più bassi istinti dell’uomo rappresentati da una creatura dall’aspetto mostruoso ma, nonostante questo (o proprio grazie a questo?), anche sorprendentemente accattivante.

 

L’idea alla base del racconto venne al produttore William Alland nel 1941 in seguito all’invito a una cena con proiezione privata del film Quarto Potere di Orson Welles e all’incontro con il direttore della fotografia messicano Gabriel Figueroa che gli raccontò delle molte leggende del suo paese riguardo a misteriosi uomini pesce che vivono nascosti nelle acque dell’Amazzonia.

Il racconto colpì profondamente la sua immaginazione e affidò immediatamente al soggettista Maurice Zimm l’incarico di iniziare a scriverne una storia.

Successivamente il soggetto passò nelle mani degli sceneggiatori Harry Essex e Arthur A. Ross che ne adattarono il plot per il cinema.

 

Con le riprese predisposte in Florida, a dirigere il film fu invece chiamato Jack Arnold, autore nell’anno precedente del primo film dell’Universal in 3D Destinazione ...Terra! (It Came from Outer Space, 1953) che fu anche un grandissimo successo (il primo film di un grande studio hollywoodiano realizzato in 3D e in bianco & nero fu Man in the dark della Columbia, nel 1953, mentre il primo a colori fu invece House of Wax di Andrè de Toth, presentato in anteprima appena due giorni dopo al film della Columbia) e fu propria la scelta di adottare la nuova tecnica del 3D per il film, e il successo della sua precedente pellicola, a spingere la Universal a scegliere nuovamente il regista americano.

L’innovazione tecnologica del 3D fu infatti la scommessa degli Studios cinematografici americano per il rilancio del Cinema in sala, minacciata della concorrenza di un nuovo mezzo popolare e in costante crescita come la televisione, e infatti il regista girò l'intera pellicola direttamente in 3D (e usando nel caso due cineprese impermeabili chiamate  Interlook realizzate appositamente per le riprese subacquee) ma il film é stato poi proiettato nei cinema sia nel suo formato originale che, adattandolo, in un normale a due dimensioni.

 

Universal Monsters: film dopo film, l'evoluzione del Mostro della Laguna  Nera

 

Ispirato palesemente alla letteratura fantastica degli anni’30, con anche un “pizzico” di H. P. Lovecraft (con creature anfibie antichissime sopravvissute al tempo e nascoste negli angoli più remoti della terra che mettono in discussione il primato di specie dominante dell’uomo sulla Terra), il film di Arbold mette in evidenza lo scontro tra l’interesse scientifico di chi vorrebbe studiare la creatura nel suo ambiente, senza farle alcun male, e gli interessi economici dettata dalla scoperta della sua esistenza e, alla Carl Denham, intenda invece catturarla per potersi arricchire sottolineando di come l’uomo vorrebbe piegare la natura al proprio volere, arrogandosi diritti che non ha, e rivelando come spesso sia proprio l’agire sconsiderato dell’uomo a determinare certe situazioni, anche nei confronti di un essere che vive tranquillo nel suo ambiente finché questo non viene invaso, costringendolo a reagire

 

In questo senso il gill-man più che un mostro è in realtà un essere primordiale e solitario destinato ad essere sopraffatto dalla società moderna, organizzata (globalizzata?) e imperante e in quanto tale repressiva verso tutto ciò che gli è estraneo, particolare che fa scattare immediatamente nel pubblico il meccanismo di una partecipazione emotiva alle ragioni della creatura.

 

Ad una visione retrospettiva del film, inoltre, una delle sotto tracce della pellicola potrebbe essere quella dell’inquinamento, ad oggi molto più importante e chiara rispetto quello che poteva apparire all’epoca, con la modernità rappresentata dalla spedizione scientifica che arriva a distruggere, in nome della conoscenza e del progresso, un angolo del mondo ancora in uno stadio incontaminato, deturpandone l’aria con il fumo acre del battello o inquinandone le acque con sostanze chimiche e/o droghe onde catturare il gill-man o anche soltanto con l’inquinamento acustico dello stesso battello a disturbarne la fauna (e il clacson usato per far scappare sott’acqua i coccodrilli).

Esemplare in tal senso la scena con l’equipaggio a fumare sigari e pipe e a buttare incivilmente le cicche in acqua con la MDP a seguire in panoramica la sigaretta nella laguna rivelando poi la presenza della creatura sotto il velo dell’acqua a osservare infastidito il sopraggiungere della cosiddetta “civiltà” a deturpare il suo mondo.

Ovviamente all’epoca non era considerato niente del genere ma è curioso come oggi tali scene possa assumere aspetti e caratteristiche completamente differenti, quasi rivelando involontariamente aspetti e abitudini deplorevoli oggi ma considerate assolutamente normali a quel tempo.   

Un messaggio ambientalista, per quanto forse neppure voluto, nel quale è l’uomo per biechi interessi, economici e/o scientifici, a mettere continuamente in pericolo la natura in una nefasta costante destinata però a perdurate nel tempo.

 

Sobre Julie Adams y El Monstruo de la Laguna Negra | Laguna negra,  Monstruos, Clásicos de terror

 

E parlando del film di Jack Arnold è oltremodo importante soffermarsi anche sui sottintesi erotici della pellicola, in particolar modo la celebre sequenza della ragazza in un candido costume bianco (la purezza) che nuota nella laguna senza sospettare della presenza qualche metro sotto la superficie della creatura (la libido animale) che nuota sinuosa con lei in una danza sensuale (e che all’epoca fece anche un certo scalpore) o come anche, più tardi, la scena nella grotta in cui questa volta la ragazza, sempre con lo stesso (attillato) bianco costume, è invece ben consapevole (e spaventata) del desiderio del mostro.

 

Il “gill-man” (letteralmente uomo-branchia), entrato immediatamente, come gli altri mostri della Universal, nell’immaginario collettivo e più volte imitato negli anni, fu ufficialmente opera di Bud Westmore, sostituto del venerando Jack Pierce come direttore del Reparto Trucchi degli Universal Studio, é costato 50.000 Dollari e realizzato in lattice di gomma verde e oro ma in realtà ideato sulla base dei disegni originali di Millicent Patrick.

A quanto testimoniato dagli esperti fu lei, disegnatrice di moda e illustratrice di libri per bambini, la vera ideatrice dell’aspetto del mostro ma fu discriminata e offuscata dal maschilismo strisciante degli Studios in favore di Westmore, riconosciuto come unico autore del costume, e retrocessa a semplice modella d’eccezione per una delle tante campagne promozionali che accompagnarono l’uscita del film.

 

15 motivi per vedere Il Mostro della Laguna Nera a Halloween - Players

 

A interpretare il “gill-man” si alternano invece due attori: Ben Chapman, per le parti ambientate sulla terraferma, e per quelle in acqua l’esperto subacqueo Ricou Browning, che proveniva dagli spettacoli di un luna-park e che proseguì nella sua carriera cinematografica anche in seguito arrivando a diventare regista per le riprese subacquee in film come I conquistatori degli abissi e Agente 007 Operazione Tuono.

Il problema era che Chapman era alto 1,95 m e con il costume arriva a 2 m, mentre Browing era alto solo 1,65 m e molto minuto nel fisico, cosa che ha implicato la realizzazione di due vestiti in scale differenti ad opera di Jack Kavan che ha creato materialmente le parti per la creazione del mostro.

 

A favorire il successo della pellicola, oltre a un cast affiatato formato da Julie Adams, Richard Carlson, Richard Denning, Nestor Pavia, Whit Bissell e Antonio Moreno, anche l’ottima colonna sonora creata da Milton Rosen, Robert E. Dolan e il grande Henry Mancini ed eseguita dall’orchestra diretta da Joseph Gershenson.

 

Del Toro si è ispirato al Mostro della Laguna Nera per il suo ultimo film

 

VOTO: 7,5

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