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Carmen di Trastevere

Regia di Carmine Gallone vedi scheda film

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La recensione su Carmen di Trastevere

di Baliverna
7 stelle

Un uomo si lascia trascinare nell'abisso da una donna che si prende gioco di lui sin dal primo istante.

Ho trovato interessante questa pellicola, tutto sommato anomala nel panorama del cinema italiano dei primi anni '60. Al centro della trama e della sceneggiatura c'è il personaggio di lei (una sfavillante Giovanna Ralli) e il progressivo degrado che l'ex-poliziotto subisce per correrle dietro: da tutore dell'ordine dalla vita inappuntabile fino alla prima, patetica rissa. Poi è discesa libera: manutengolo di una banda di ladri, rapinatore, ed infine ad assassino.

E' evidente come, fin da subito, la disinibita cantante lo giri e lo rigiri come un calzino, servendosi si lui, usando il suo fascino e la sua bellezza, delle quali è ben consapevole. Se ciò è evidente allo spettatore, non lo è altrettanto per il malcapitato questurino, il quale, accecato dal suo fascino, mette ben presto da parte la sua dignità e le si getta tra le braccia. Quel che è peggio, vagheggia di cambiarla con il suo amore, e di iniziare una vita familiare con lei. Ma non ha capito di che pasta è fatta l'irresistibile seduttrice.

Quindi ritengo interessante il tema della pellicola; se non lo si coglie, la trama può sembrarci una banale vicenda di piccola criminalità. Gallone non è sempre incisivo e preciso, ma dirige il tutto con accettabile mestiere, e senza tempi morti. La visione ne risulta sicuramente soddisfacente.

Quanto agli attori, la Ralli è in piena forma, e sfoggia più di una volta le sue gambe. Jacques Charrier, invece, se la cavicchia. Del resto erano tempi quando si voleva per forza mettere nel cast qualche attore straniero, anche quando sarebbe stato meglio lasciar perdere. In molti passi è inespressivo e il suo volto è troppo statico. Quanto a Lino Ventura, la sua faccia dura e il suo sguardo dal basso verso l'alto, lasciano il segno come sempre. In una piccola parte vediamo Carlo Romano, diventato celebre come doppiatore. Non fece faville quale attore, come gli altri grandi doppiatori (Oreste Lionello, Ferruccio Amendola, Pino Locchi...).

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