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Finalmente a casa

Regia di Mark Jean vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Finalmente a casa

di zombi
8 stelle

arrotolato nel caldo abbraccio delle belle e nostalgiche musiche di w.g. snuffy walden, la lunga strada verso quella che FINALMENTE può chiamarsi una CASA per questi figli di un'america povera e diseredata, è veramente lancinante.

descritto e raccontato da un tipico film che si può racchiudere tra la seconda metà degli anni 80 e la seconda metà dei 90, la ricerca e la rincorsa di questi piccoli figli dell'america bianca , sporca e reietta, di un incontro con qualcosa che possa assomigliare ad una casa diventa di più di una favoletta con un fine lieto e riappacificante.

la bella fotografia di toyomichi kurita che cerca la limpidezza di una serata estiva dopo un acquazzone e la trova agevolato dall'affiatamento dei quattro giovani protagonisti, che nonostante il doppiaggio un pò... così, si fanno apprezzare per una sferzante naturalezza recitativa, dipinge un classico road movie con un andamento televisivo che però non infastidisce.

d'altronde si comincia con una madre sola che raduna la prole nel bel mezzo della notte, li carica in macchina strappandoli al calore del giaciglio domestico, rappresentato da una baracca sperduta tra le strade blu di un'america rurale sconquassato da disastri naturali e insanità mentali di omicidi seriali, abbandonandoli nel parcheggio di un grande centro commerciale.

e se anche i piccoli protagonisti di quest'avventura che non somiglia per niente ai viaggi avventurosi dei romanzi di wells letti dal secondo genito james, li consegna tra le braccia protettive di un giovane studente di yale che li strappa ai letti d'erba e materassi sporchi abbandonati sotto verande decrepite di case abbandonate per una notte e non tra quelle di un orco che li trasforma in missing persons , le speranze riversate in una fantomatica zia a miglia di distanza, si mutano nuovamente in una fuga notturna verso quella per loro è l'ultima e unica speranza di rimanere insieme in un'unica casa e di non essere divisi dai servizi sociali tra diverse famiglie.

l'arrivo a crisfield-maryland, è per dicey, la sorella più grande, l'ultima chance per garantire ai fratelli un futuro e tener fede alla promessa che ha fatto alla madre prima di vederla allontanarsi per sempre.

la schiena di una donna che mal deambula, lasciando i figli nella macchina e nelle mani della più grande opportunamente chiamata DICEY... come a dirle, la vita è un lancio di dadi, rischiosa in ogni suo momento.

quello che a prima vista può sembrare un innocuo filmetto televisivo dei buoni sentimenti e con un lieto fine telefonato, è invece solamente un educato, ben scritto e non sbraitante film che ci sta dicendo che un ritorno a casa può essere lancinante, e non perchè spreme lacrime da buoni sentimenti un tanto al chilo.

l'incontro con la madre della loro madre è quella che si chiama senza mezzi termini ultima possibilità, dopo c'è solo la cugina eunice che colta da euforia mistica per l'apprezzamento del parroco, si prenderebbe cura solo delle due femmine, facendo adottare i maschi da una famiglia vicina.

DICEY deve rischiare il tutto per tutto e dar retta alla fiducia riversata nella vecchia fotografia che ritrae la nonna abigail che somiglia tremendamente alla sua adorata ma sfasata madre.

la confessione che abigail fa a dicey prende le sembianze di un segreto che la donna indurita che è , credeva di portarsi nella tomba.

e invece quel segreto che ha portato abigail a diventare la matta del paese derisa un pò da tutti per i suoi comportamenti stravaganti, viene confessato a DICEY come un fiume in piena che fa cedere gli argini e innonda tutto.

un passato triste e infelice che ha portato i tre figli a fuggire di casa e da un'armonia famigliare inaridita fino a sparire.

un ritorno a casa reincarnatosi nei nipoti in una donna inariditasi e induritasi negli anni anche dopo la morte dell'autoritario marito, ma che grazie a loro riscopre la vitalità del dolore e della paura di ripetere gli errori commessi in gioventù.

grazie ad una ANNE BANCROFT che si amalgama perfettamente con i quattro giovani attori, quel dolore atavico pietrificatosi attorno al cuore, ora ricomincia a circolare in corpo.

una deliziosa sorpresa questo HOMECOMING di mark jean, con addirittura una immagine della bancorft coi quattro bambini che ricorda meravigliosamente una fotografia di dorothea lange dell'america ridotta in povertà dopo il crack del 29.

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