Regia di Aluisio Abranches vedi scheda film
Quello dell’eros è un mondo a parte e non sempre mostrare senza reticenze paga, anzi a volte agire per sottrazione favorisce e stimola l’interesse dello spettatore. “Un bicchiere di rabbia” ha invece optato per la prima via, forse la più agevole, ma presto accade l’imprevisto e inizia una difficoltosa ascesa. Preceduto da una fama di piccolo “caso” di produzione indipendente brasiliana che ha incassato cifre da capogiro, il film cede di schianto nel voler fare “Ultimo tango a Parigi” in una fazenda brasiliana. Ben presto un sesso esplicito, ma inutilmente calligrafico, cede alle rabbie di lui che si attivano alla vista di un semplice formicaio. I due iniziano così uno sproloquio infecondo, dove vengono sprecate parole come fascista, catarsi... e a cui pone termine la notte e il richiamo di un sesso fine a se stesso.
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