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Vivere e morire a Bangkok

Regia di Sergio Gobbi vedi scheda film

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La recensione su Vivere e morire a Bangkok

di mm40
2 stelle

Un poliziotto francese si reca a Hong Kong e Bangkok per sventare un giro di prostituzione internazionale. Non senza aver assaggiato la refurtiva prima, naturalmente.

È una pellicola di piuttosto difficile reperibilità, questa International prostitution, scritta (insieme a Enrico Verasis) e diretta da Sergio Gobbi, cineasta italiano che ha a lungo vissuto e lavorato in Francia; a complicare la faccenda c’è la moltitudine di titoli alternativi (Vivere e morire a Bangkok; Love story del piacere) o sottotitoli (Brigade criminelle) con cui l’opera è stata distribuita. In definitiva non si può comunque sostenere che gli sforzi effettuati per recuperarla – oggi si trova in realtà abbastanza facilmente su YouTube – siano stati ripagati: International prostitution sembra un film di Joe D’Amato di quello stesso periodo, a cavallo fra softcore e poliziesco, con due interpreti come Laura Gemser e Gabriele Tinti che con Massaccesi oltretutto hanno ripetutamente lavorato. Ma Gobbi non ha l’occhio raffinato di D’Amato e molto presto questo film rovina fra gli inevitabili dialoghi pretestuosi, i personaggi totalmente privi di psicologia, le situazioni inverosimili, oltre chiaramente alla sostanziosa mole di nudi e accoppiamenti (sufficientemente casti) piuttosto superflui ai fini della storia; dal punto divista cartolinesco offre qualche scorcio esotico, ma nulla di più. Coproduzione tra Francia e Hong Kong, nel cast compaiono anche Jean-Louis Broust, Joelle Guillaud, Shirley Corso, Michael Schock. 2/10.

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