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Fight Club

Regia di David Fincher vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Fight Club

di axe
8 stelle

Un giovane dipendente di una casa automobilistica statunitense, logorato dallo stress, soffre d'insonnia. Dopo aver frequentato alcuni gruppi di ascolto senza condividerne le problematiche, e ricavandone ben pochi benefici, tenta di stringere un legame con Marla, una donna anch'ella senza prospettive, la quale, come lui, girovaga per i gruppi. Nel corso di un viaggio in aereo, conosce Tyler Durden, uomo arguto e dalle notevoli conoscenze di chimica. Lo rivede, quando, tornato nella propria città, scopre che la sua casa è stata distrutta da un incendio, e gli chiede ospitalità. I due instaurano una convivenza nella decrepita magione di Tyler, fondando il "Fight Club", una sorta di setta, gli affiliati della quale, persone provenienti da classi sociali medie e basse, sfogano le loro frustrazioni combattendo ferocemente tra loro. Mentre il numero di adepti cresce, e Tyler inizia con Marla una relazione basata sul sesso, in seno al "Fight Club" sono delineate le linee guida del "Progetto Mayhem", un piano volto alla distruzione di banche, emblemi delle "briglie" del credito, cui è costretto l'uomo nella società contemporanea. Prima di arrivare a questo punto, gli appartenenti alla setta aggrediscono la città con ogni sorta di dispetti, in conseguenza dei quali, un adepto muore. Il protagonista, ritenendo che il gioco si sia spinto troppo oltre, vorrebbe dissociarsi, ma Tyler sembra scomparso. Pertanto, il giovane si mette sulle tracce dell'amico, ricostruendone i movimenti. Scopre che in molte altre città è operativo un "Fight Club" fondato dallo stesso Tyler. Apprende, infine, dall'amico, che i due sono ... la stessa persona. Preso coscienza di ciò, il protagonista dovrà contrastare il piano che egli stesso, in orario notturno - momento in cui è prevalsa l'altra personalità - ha ideato. Un compito estremamente difficile; avendo previsto tutto ciò, Tyler ha predisposto contromisure. Ottimo film drammatico e d'azione, con risvolti psicologici, descrive, tramite la storia del giovane protagonista (del quale non è fatto mai il nome) / Tyler, l'alienazione dell'uomo nella società moderna, in particolare quella statunitense. Il giovane è vittima di uno stile di vita che premia il culto dell'apparire, il consumismo sfrenato fine a sè stesso, l'ipocrisia di una finta solidarietà verso chi "rimane indietro". Di giorno Tyler è un anonimo impiegato stritolato dagli ingranaggi di un lavoro che non dà soddisfazioni perchè volto in parte ad ingannare il prossimo, sotto la direzione di un capo ufficio arrivista ed insensibile; del jet-lag; dalla mancanza di affetti. Tutto ciò genera l'alter ego notturno del protagonista; in questo contesto, Tyler può essere sè stesso. Esprime una feroce critica verso il mondo che lo circonda, radunando intorno a sè innumerevoli altre vittime della medesima alienazione, rotelle dell'immenso ingranaggio rappresentato dalla società, ed architettando un piano per distruggerlo. Impossibile non riconoscersi nelle istanze di Tyler, espresse tramite vere e proprie massime; allora, perchè la sua "personalità" diurna si oppone ? Probabilmente, la sua presenza rappresenta l'inscindibile legame che l'uomo ha con la complessa impalcatura sociale da esso stesso creata. Il protagonista, nelle sue due personalità, è - specchio di ognuno di noi - contemporaneamente, vittima e carneficie; egli stesso contribuisce, con le sue remore, i suoi pregiudizi, i suoi piccoli interessi personali, a sostenere quella struttura la quale, nel suo insieme, ne impedisce poi un pieno sviluppo della personalità. Immagino che quest'opera sia diventata un cult perchè ognuno di noi condivide qualcosa con il Tyler "diurno", e sogna di poter essere il Tyler "notturno". Ottime le prestazioni dei due attori che interpretano le due personalità del protagonista; Edward Norton è il Tyler diurno, compassato e frustrato, sofferente di un'irrequietezza, che trova sfogo tramite l'azione dell'alter ego notturno, impersonato da un istrionico ed arguto Brad Pitt. Valida la sceneggiatura; la giunzione tra la breve sequenza iniziale ed il lunghissimo flashback accompagnato da voce narrante lascia immaginare una complessa evoluzione della vicenda, nel racconto della quale il regista è molto bravo nell'evitare incongruenze. Nonostante la lunga durata, il film non annoia mai. A sequenze luminose e statiche si alternano sequenze buie, movimentate, morbose, in un susseguirsi metafora del contrasto tra essere ed apparire, libertà e vincolo, ragione ed istinto. Un'opera ben diretta ed interpretata, accompagnata da una valida colonna sonora, in grado di far presa sulle coscienze degli spettatori, i quali con molta facilità possono immedesimarsi nelle due anime del protagonista.

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