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Il demone sotto la pelle

Regia di David Cronenberg vedi scheda film

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Fabrizio_Giovanardi

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La recensione su Il demone sotto la pelle

di Fabrizio_Giovanardi
8 stelle

In una sorta di hotel dei sogni, nel quale le persone possono andare incontro a ogni confort e passare il tempo come meglio credono, si diffonde una strana epidemia. Uno scienziato ha sviluppato un parassita in grado di risvegliare le pulsioni sessuali e violente degli uomini ma, rendendosi conto di non essere in grado di controllarlo, cerca di distruggerlo. Inutile dire quante siano le pellicole che si sono ispirate, nei modi più diversi, alla pellicola di Cronenberg. Due nomi illustri? Alien di Ridley Scott e The Lobster di Lanthimos. Comunque, il film utilizza il pretesto del genere horror per navigare del tutto fuori rotta, tirando fuori un aspetto autoriale assolutamente originale e caratteristico di Cronenberg. In questa che è il suo primo lungometraggio, infatti, la filosofia e il modus operandi dell'autore sono già definiti in forma più che embrionale. Il cinema di Cronenberg è fatto di corpo, di carne, di passioni e pulsioni, e questo film incarna alla perfezione larga parte di queste tematiche. Il "demone sotto la pelle", questa sorta di verme se vogliamo anche a volte falliforme, definisce l'elemento fantasmatico e somatizzato della pura libido, l'energia freudiana alla base di tutta l'attività umana. L'ambientazione del film non è casuale: l'hotel dello sfarzo e del confort non è altro che metafora di una società liquida, capitalista e consumista, nella quale gli istinti primordiali dell'uomo sono oppressi dal fascino magnetico del capitale, della dedizione al lavoro, del guadagno. Emblematica la scena in cui l'infermiera cerca di sedurre il primario, mentre egli è impegnato in una chiamata con un collega che lo sta informando delle cause possibili dell'epidemia. L' Es che combatte con l'Io, che a sua volta è totalmente succube del SuperIo. In questa delicata dialettica i nostri protagonisti arrancano: alcuni credono di avere il controllo, altri sono sottomessi e cedono ai richiami dell'Es, altri cercano inutilmente di fuggire. Il finale è spietato, da questo punto di vista: non esiste modo di fuggire quello che siamo e da dove veniamo.

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