Espandi menu
cerca
La Cosa da un altro mondo

Regia di Christian Nyby, Howard Hawks vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Yayas82

Yayas82

Iscritto dal 18 giugno 2017 Vai al suo profilo
  • Seguaci 4
  • Post -
  • Recensioni 287
  • Playlist 1
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su La Cosa da un altro mondo

di Yayas82
8 stelle

Ho letto spesso nei commenti la parola "datato". In realtà sono rimasta stupita guardando il film perché a me sembra ancora validissimo. Ci vuole un po' ad abituarsi alla quantità smisurata di dialoghi dei film anni '50 ma qui è tutto così ben gestito da non risultare mai troppo pesante. Attori bravissimi e una storia solida.

 

Continuando a sentire come "La cosa" di Carpenter fosse un remake de "La cosa da un altro mondo" mi ero fatta un'idea molto distorta della pellicola.

 

Per evitare ulteriori equivoci

 

Carpenter ha preso ispirazione da questa storia più che farne un remake: l'ambientazione e un alieno che torna in vita (completamente reinventato in ogni sua peculiarità) sono tutto ciò che "La cosa" del 1982 ha attinto da questo film.

A onor del vero il filmato del ritrovamento da parte dei norvegesi del disco volante, che si vede nel film di Carpenter, è una scena tratta da "La cosa da un altro mondo" e usata a mo' di citazione (nella scena originale sono i protagonisti a scoprire il disco ma durante il ritrovamento compiono le stesse identiche azioni degli sfortunati norvegesi).

 

Messo in chiaro questo, passiamo al film vero e proprio.

 

Una premessa

 

Non farò una recensione dettagliata, mi limiterò invece a parlare in ordine sparso di alcune cose che mi hanno colpito.

 

Fotografia e scenografia.

 

Sono rimasta piacevolmente colpita dal risultato finale, mi aspettavo di vedere attori intenti a recitare sopra fondali di cartone invece l'ambiente è ben realizzato ed immersivo. Non che non si notino alcuni artefici scenici dell'epoca a prestarci attenzione, ma niente di brutto.

Complice della buona riuscita delle scenografie è una fotografia sempre all'altezza che mostra ogni scena con chiarezza, sa sottolineare quel che deve e nascondere ciò che rende meglio se solo intravisto.

 

Regia

 

Non devo certo essere io a venire a dirvi che la regia del film è buona, l'allora esordiente Christian Nyby era affiancato da Howard Hawks e il risultato era garantito.

Vorrei porre invece l'accento sul modo di gestire l'inquadratura: semplicemente superbo.

Si inserisce nel discorso precedente sulla scenografia e la fotografia: anche l'inquadratura è usata benissimo per dissimulare la mancanza di possibilità tecniche. In un paio di occasioni crea delle suggestioni fortissime quanto un mostrone ben inquadrato in ogni particolare non potrebbe mai ottenere.

 

Due scene in particolare

 

Una è la già citata scena del ritrovamento: gli scienziati indagano il ghiaccio descrivendo via via nei dettagli qualcosa che loro vedono ma lo spettatore non può vedereq, questoha generato una in me una curiosità morbosa che credevo sarebbe rimasta insoddisfatta;

invece, ad un certo punto, la scena cambia prospettiva e si dischiude in un'inquadratura a distanza che, tra folate di neve, mostra, con calma spettrale, i movimenti di tutta la squadra.

Qui lo spettatore ha la sua "rivincita" perché osservando i movimenti delle equipe, che lui solo può seguire per intero, intuisce prima dei personaggi quello che sta per accadere.

L'ho trovata davvero ben realizzata e piuttosto emozionante, non a caso Carpenter l'ha citata quasi per intero.

 

La seconda scena si svolge nel laboratorio dove tuti si sono riuniti a studiare l'arto.

Durante la scena l'inquadratura rimane praticamente fissa, salvo alzarsi leggermente per seguire la discussione fra i protagonisti.

Ad un certo punto, vi avverto questa frase è un mezzo spoiler, il dialogo si interrompe in un silenzio attonito e tutti guardano nell'angolo basso che l'inquadratura ha precedentemente tagliato. Passa qualche millesino di secondo prima che ci venga finalmente mostrato quello che tutti stanno fissando.

La scena è costruita in modo superbo, è di una semplicità disarmante ma mette i brividi ancora oggi.

 

Gestione dei personaggi

 

Come ho scritto nel commento breve, la quantità di dialoghi nei film del periodo è smisurata. Per una come me, cresciuta col cinema anni 80, è piuttosto straniante: sono abituata a narrazioni in cui tutto è pistola di Cechov, comprese le parole dette dai protagonisti (escluso quando ovviamente sono frasi tamarre).

Qui avviene il perfetto contrario: quasi tutto quello che viene detto è inutile alla storia e perfino alla costruzione dei personaggi. I personaggi parlano per la sola ragione che si sa che la gente parla quando sta insieme.

È una di quelle cose che mi rende difficile seguire i film più vecchiotti ma ne "La cosa da un altro mondo" anche questo è gestito molto bene.

 

 

Ci sono moltissimi personaggi ma sono pochi quelli che la costruzione della scena, l'interpretazione e perfino il tono di voce mettono in evidenza. Quelli sono i protagonisti, quelli di cui è meglio ricordarsi nomi e volti, il resto è contorno.

Allo stesso modo il dialoghi importanti vengono evidenziati con una certa eleganza.

 

Un esempio: il protagonista chiede a gli scienziati come abbiano stabilito la traiettoria e il punto di impatto dell'oggetto misterioso su cui stanno indagando e il dottore risponde "tramite il calcolo".

Fin qui l'inquadratura è stretta su i due che parlano ma il dialogo è interrotto dallo squillo di un telefono a cui il dottore risponde, la telefonata sfuma in sottofondo mentre un altro scienziato riprende la spiegazione al protagonista entrando nel dettaglio.

Tutta la seconda parte del dialogo, dopo lo squillo del telefono, non ha nessuna importanza ai fini della storia, sta lì per realismo. E per far capire questo allo spettatore, il regista approfitta dell'allargamento dall'inquadratura (necessaria per poter inquadrare anche il telefono). L'inquadratura è aperta, impersonale, il fuoco è in un punto vuoto della stanza: tutto dice allo spettatore "non ti curar di lor, ma guarda e passa".

 

La protagonista femminile

 

Uno dei pochi personaggi costruiti nel dettaglio è la scienziata corteggiata dal protagonista. È una donna forte senza essere mascolina, piena di spirito e maliziosa. Un personaggio originale che risulta sorprendentemente femminista in alcuni dialogi.

In particolare mi ha fatto piegare il dialogo iniziale in cui il protagonista protesta piuttosto aggressivamente per come sia andato un precedente appuntamento: lui ubriaco si è addormentato e lei lo ha riportato agli alloggi con sul petto un cartello con scritto "Quando mi riempio di spirito, perdo ogni spirito".

Lui gli chiede come abbia potuto fargli uno scherzo del genere, per colpa del quale i suoi camerati ancora lo prendono in giro, e lei serafica risponde: "Su via siate di spirito almeno adesso e poi che diamine ricordatevi che anche voi volevate divertirvi alle mie spalle quando mi avete invitato con il proprosito di farmi ubriacare".

Neanche tanto velato vero? Tant'è che il protagonista accusa il colpo e si comincia a giustificare imbarazzato.

 

Conclusione

 

Se non siete super fissati con gli effetti speciali e vi accontentate di una trama ben costruita ma mostrata dal suo inizio alla sua conclusione senza grossi accorgimenti d'effetto, allora iniziate anche subito la visione! Il film ha ancora molto da offrire ed e disponibile gratuitamente su Rai.tv, tutto in italiano compresi titoli di testa e di coda (cosa rara da vedere dato che i dvd e i servizi tipo Netflix preferiscono propinarci la versione americana con solo l'audio ita montato su...)

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati