Regia di Robert Altman vedi scheda film
Uno degli ultimi film di Altman, che nella fase conclusiva della sua carriera impostava i suoi lavori su una sorta di narrazione corale, portata avanti contemporaneamente dai differenti punti di vista dei vari personaggi messi in scena. La sceneggiatura è opera di Anne Rapp, con cui il regista aveva appena collaborato per la serie televisiva Gun (1997) e che ritroverà per il successivo Il dottor T e le donne (2000); il limite evidente di tutta l'operazione sta nell'eccessiva leggerezza (voluta, chiaramente) con cui vengono delineati i protagonisti e inquadrate le situazioni, venendo così a produrre più un bozzetto che un ritratto, più una serie di appunti ironici che un racconto o un romanzo. Cast (moderatamente) stellare, che vede la partecipazione di Glenn Close, Julianne Moore, Liv Tyler (già passata per Io ballo da sola e Armageddon), Chris O' Donnell, Patricia Neal, Ned Beatty e, in ruoli minori, anche dei musicisti Lyle Lovett (spesso nei film di Altman) e Rufus Thomas, leggenda del blues (che è l'altro grande protagonista della pellicola); le musiche, a proposito, sono di Dave Stewart, ex Eurythmics. Se non si trattasse della storia di un suicidio e degli intrighi di famiglia (e non solo) che ne derivano, per i toni e le atmosfere parrebbe di trovarsi di fronte a un film Disney: semplice come intreccio, scorrevole e pacato nel ritmo, privo di grandi nodi psicologici. 6/10.
Un'anziana benvoluta da tutti si suicida senza apparente spiegazione. Familiari (che non vogliono crederci) e amici si riuniscono e cercano di capire l'accaduto.
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