Regia di Apichatpong Weerasethakul vedi scheda film
Colombia. Jessica comincia di punto in bianco a sentire dei rumori secchi, dei tonfi sordi che la scombussolano. L'origine di tali fragori rimane ignota per tutto il film (forse?). Un giorno incontra un pescatore nella foresta e si convince di conoscere la vita dell'uomo, mentre un'astronave aliena decolla tra gli alberi.
Poteva diventare un corto interessante, questo Memoria, e invece finisce per essere due ore e un quarto della vita dello spettatore sprecate. Tra lunghissimi, infiniti silenzi, nessun tipo di azione o situazioni completamente prive di qualsiasi cosa di memorabile, personaggi mai delineati e sparuti dialoghi trascurabili: sprecate è purtroppo l'aggettivo giusto in tale contesto. L'idea che si affaccia sul finale, e cioè che la protagonista sia entrata in qualche modo (grazie agli alieni?) in sintonia con lo sconosciuto pescatore della foresta e ne ricordi perciò l'esistenza nei minimi dettagli, inclusi quei sordi boati irrisolti che tempestano la quotidianità della donna e funestano la pellicola intera, ecco: quest'idea pare assolutamente peregrina, campata in aria, poiché le rare sinossi scritte online da qualcuno che abbia realmente visto la pellicola divagano su altri dettagli e altri significati, senza accennare a nulla di simile. Perché mai? Perché Memoria, in fin dei conti, un significato non ce l'ha: non è un'opera profonda, metaforica o complicata: è solo 'strana', ma di uno strano-per-lo-strano che non lascia nulla al termine della visione. Tilda Swinton è la valida interprete che conosciamo, nulla da eccepire; recita peraltro in spagnolo nella versione originale e lo fa anche piuttosto bene. Memoria ha vinto il Premio della giuria a Cannes e qualche altro trofeo in giro per il mondo. 2,5/10.
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