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Matti da slegare

Regia di Marco Bellocchio, Silvano Agosti, Stefano Rulli, Sandro Petraglia vedi scheda film

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La recensione su Matti da slegare

di sasso67
10 stelle

Introdotto dai bellissimi versi di Bertolt Brecht («Nessuno o tutti o tutto o niente - Non si può salvarsi da sé - O i fucili o le catene - Nessuno o tutti o tutto o niente»), questo film - documentario, tratto da un originale girato per la Provincia di Parma, condensato a poco più di due ore, curato da due registi di valore e da due provetti sceneggiatori, è, nel suo piccolo, un capolavoro. «Un esempio quasi perfetto di cinema militante al servizio della comunità» scrisse Tullio Kezich all'epoca dell'uscita nelle sale (1976) di "Matti da slegare", e non si saprebbe come meglio definirlo, perché, nato con lo scopo di appoggiare la politica di chiusura dei manicomi perseguita dall'assessore Tommasini della provincia di Parma, che si concretizzerà qualche anno più tardi con la famosa Legge Basaglia, il film è un documento imprescindibile per l'analisi della cosiddetta devianza sociale (ha senso definirla "anormalità"?) e della cosiddetta follia, spesso nata, più che nella mente dei degenti degli ospedali psichiatrici, dalla miseria delle famiglie d'origine e dall'abbandono delle zone depresse in cui queste vivono. Inspiegabilmente, però, come spesso accade per le inaspettate opere d'arte, tra le immagini di questo film poveristico soffia il vento della poesia, e lo spettatore è portato a commuoversi e perfino a ridere, nonché ad indignarsi di fronte al trattamento subito da queste persone, spesso costrette dentro un istituto psichiatrico dalla nascita alla morte. Ovviamente non è il caso di fare di tutta l'erba un fascio: ci saranno persone, magari pericolose, per le quali è necessario un controllo, anche allo scopo di proteggere i familiari, ma non è possibile non simpatizzare per giovani come Paolo, Angelo, Marco o per gli anziani che ormai non se la sentono di affrontare la vita "normale" nonostante l'aiuto offerto dalle istituzioni pubbliche. Alcune di queste persone sono state perse per sempre proprio grazie all'intervento repressivo dell'organizzazione psichiatrica tradizionale, basata sulla sedazione farmacologica, quando non addirittura sulle botte e sulle catene. "Matti da slegare" è una piccola gemma, di sapore artistico e con funzione didattica, che secondo me ha ancora valore a trent'anni di distanza, anche perché può servire a stimolare la riflessione sull'attuazione della riforma che ha preso il nome da Basaglia e che forse non ha funzionato come il suo ispiratore avrebbe sperato. È un film che non annoia e fa pensare.

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