Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
In questo film poche sono le risate fine a se stesse; per lo più il riso è amaro, come l'intera commedia: alcuni ex-compagni di scuola si ritrovano in una villa dopo 17 anni dal diploma (anche se sembrano molti di più !). Ognuno di questi personaggi è, a modo suo, un perdente; soprattutto quelli che sembrano i "vincenti" caratterizzati da un totale vuoto di valori: la fine della gioventù; il crollo delle illusioni, la falsità del mito del benessere, un'introspezione che svela il proprio fallimenti, totale o parziale: un intero decennio è costretto ad abbassare la maschera insieme ai protagonisti del film, che, se all'inizio sembrano macchiette, pian piano assumono connotazioni molto particolari e sfaccettate. In particolare, mi hanno colpito le figure, fragili, ma molto sincere - e molto realistiche - del mediocre professore di liceo compresso tra una quotidianità sciatta e costanti - ma difficilmente realizzabili - aneliti di "liberazione" e della psicologa, quasi costretta dal suo ruolo a tentare di risolvere i problemi altrui, ma incapace di affrontare i propri, a partire da una vita privata che, s'intuisce, non è proprio felice. Giudico questo film buono per queste caratterizzazioni e percgè ritengo sia godibile attraverso diversi piani di lettura; senza voler cercare particolari interpretazioni, lo si può vedere anche per farsi due risate ! Ho trovato la durata un po' eccessiva ... all'inizio non è chiaro dove il regista voglia andare a parare e in alcuni punti c'è qualche "sfilacciamento" della trama.
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