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1917

Regia di Sam Mendes vedi scheda film

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La recensione su 1917

di andenko
7 stelle

Avete letto molte cose sugli infiniti piani sequenza, sulle scenografie, sulla fotografia, sulla regia... Beh, dimenticate tutto. "1917" va al di là di qualunque cosa possiate immaginare. Non si è mai visto un film così spettacolare prima d'ora. Per certi versi deludente, ma assolutamente da vedere al cinema. Voto finale: 7-

George MacKay, Dean-Charles Chapman

1917 (2019): George MacKay, Dean-Charles Chapman

Avevo qualche tentennamento nella valutazione di 1917, poi ho letto le (deliranti) dichiarazioni del regista e co-sceneggiatore Sam Mendes e i dubbi mi sono spariti d'incanto. Ma andiamo con ordine...

Ricorderete di certo il fantomatico "Manuale per la valutazione della poesia" che, ne L'attimo fuggente, suggeriva di mettere in ascissa le qualità tecniche dell'opera e in ordinata quelle emotivo-semantiche. Lo cito spesso nelle mie recensioni, ma dubito che esista un film che più di "1917" si presti a quel tipo di analisi.

Avete letto molte cose sugli infiniti piani sequenza, sulle scenografie, sulla fotografia, sulla recitazione perfetta e patinata che perfino topi e cornacchie fanno la cosa giusta al momento giusto. Beh, dimenticate tutto. "1917" va al di là di qualunque cosa possiate immaginare. Non si è mai visto un film così prima d'ora. Perdere l'occasione di gustarselo in sala sarebbe una colpa ingiustificabile. Andate a vederlo! In ascissa, voto: 10.

Se parliamo invece di coinvolgimento emotivo, la storia zoppica parecchio. Non pretendo, come alcuni, che sia addirittura insufficiente, perché i primi 40' lasciano senza fiato (l'interminabile piano sequenza nelle trincee). Poi la tensione cala, quando in teoria dovrebbe crescere e capita spesso di controllare l'orologio durante l'ultima ora. C'è una vecchia regola di sceneggiatura che dice: una pistola porta la tensione a cento, due pistole a mille, cento pistole a zero. Nella seconda parte di "1917" l'effetto videogioco (o supereroe immortale) è evidente e perfino parodistico a tratti. In ordinata, voto: 6.

Dunque "l'area" del nostro film è di 10 x 6 = 60, da cui ricavo un voto medio di 7,75, che non sarebbe affatto male, se lo confermassi. Ma io non lo confermo affatto, perché quando un film tratta un tema delicato e decisivo come la Prima Guerra Mondiale ha delle responsabilità non dico educative, ma almeno di serietà. Davvero Sam Mendes vuole ancora propinarci la favoletta dell'eroe? Della guerra che pur sporca e cattiva è comunque una fucina di uomini, che insegna "valori" come la patria, l'onore, lo schietto cameratismo tra soldati di diversa razza, etnia, religione (e qui il film diventa perfino ridicolo oltre che patetico)? Che anche se si muore per guadagnare cento metri di terreno, alla fine basta un maggiore che ti dica: «Ben fatto ragazzo!», oppure una madre a cui scrivere che suo figlio è morto «però non ha avuto paura», per risolvere tutto?

Credo che a un secolo dalla fine della "inutile carneficina" si potrebbe avere il coraggio di dire a chiare lettere che la guerra non trasforma gli uomini in eroi, ma in bestie. Limitarsi a lasciarlo intendere negli aspetti visivi, che pure ci sono, è troppo ambiguo, come confermano le succitate dichiarazioni del regista, che considera appunto il film come un omaggio agli eroi della patria (il minuscolo è mio). Qui, dunque, il film perde almeno un voto.

In sintesi, un film deludente, assolutamente da vedere. Voto finale: 7-

 

 

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