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Le catene della colpa

Regia di Jacques Tourneur vedi scheda film

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La recensione su Le catene della colpa

di vermeverde
9 stelle

Le catene della colpa (titolo originale Out of the past) è stato girato nel 1946/47 da Jacques Tourneur, figlio del regista francese Maurice, entrambi poi naturalizzati statunitensi, era all’epoca famoso per la trilogia horror del 1942/43 prodotta dalla “Val Lewton Unit” della RKO. Il film è considerato dalla critica come uno dei caposaldi del “noir”, del quale presenta tutte le caratteristiche visive e di narrazione. La vicenda narrata, che si svolge nell’arco di un paio di giorni, è quella di Jeff Bailey (Robert Mitchum) che in una cittadina di provincia tenta di rimuovere il proprio oscuro passato, ma viene forzatamente condotto a fare i conti con esso.

La struttura narrativa è imperniata sul simmetrico contrasto dei gruppi costituiti da Ann (Virginia Huston), la brava ragazza di Jeff, il ragazzo sordomuto aiutante di Jeff (Dickie Moore) cui si contrappongono il boss Nick Sterling (Kirk Douglas), lo sgherro Joe (Paul Valentine) e la sua donna Kathie (Jane Greer), tipica “dark lady”: al centro c’è Jeff, costretto ad oscillare fra la limpida e tranquilla normalità, rappresentata da Ann, e il lato oscuro della sua vita, dominato da Nick e Kathie. Un altro elemento che caratterizza la narrazione sono i frequenti spostamenti in macchina che scandiscono i momenti salienti della storia: l’inizio del lungo flashback avviene mentre Ann lo accompagna in macchina da Nick, il pedinamento da parte del socio, i frequenti e intricati spostamenti nella notte a S. Francisco avvengono col taxi di un amico di Jeff, e infine la resa dei conti finale. Questi conferiscono alla storia un senso di instabilità, di fluttuazione, modificando continuamente lo spazio diegetico ribadendo il dualismo di fondo della storia.

Nella struttura narrativa è fondamentale anche il personaggio della scaltra e menzognera Kathie i cui rapporti con i protagonisti sono il motore della storia e che nonostante l’aspetto delicato e seducente in realtà è cinica e amorale e si rivela quale nemesi letale.

L’aspetto visivo del film, oltre alla sagacia registica che conduce la narrazione con un ritmo inesorabile senza cali di tensione, deve molto all’abilitò del direttore della fotografia Nicholas Musuraca, nato in Calabria ed emigrato da bambino negli USA, che sottolinea i contrasti con toni chiari e luminosi nei (rari) esterni di giorno e si conferma maestro del “low key” negli opprimenti interni e nelle riprese notturne.

Ottima la recitazione dei protagonisti: Jane Greer perfetta nell’incarnare la seducente dark lady, Robert Mitchum, efficace con il suo tipo modo di agire sornione e quasi indolente mentre all’opposto l’antagonista Kirk Douglas è affilato e scattante.

In conclusione, Le catene della colpa è un ottimo film, giustamente riconosciuto come uno dei caposaldi del noir e la cui visione è ancora interessante sebbene abbia quasi ottant’anni.

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