Espandi menu
cerca
La grande abbuffata

Regia di Marco Ferreri vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Elenna

Elenna

Iscritto dal 22 marzo 2012 Vai al suo profilo
  • Seguaci -
  • Post -
  • Recensioni 2
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su La grande abbuffata

di Elenna
10 stelle

Più o meno a due quinti della durata totale del film, l'ho interrotto e, dopo un appuntamento di grazia nel bagno per poter poi realizzare senza distrazioni il mio progetto, mi sono diretta a quelle macchinette che condividono con noi, ormai, qualsiasi spazio pubblico, coccolando i nostri momenti di pausa, offrendoci caldi caffè ma, soprattutto, zuccheri, disgustosi zuccheri che non sanno di zucchero ma che sanno di plastica, e salati, salati che non sanno di sale ma che sanno di carta. Ho riempito una busta con alcuni di questi prodotti, posizione comoda e via, riprendiamo il film. È dal primo fotogramma, dalla sua luce un po' tenebrosa, un po' romantica tendente al decadente consumato in una stanza chiusa, che capisco, si capisce tutto. E più avanti, più o meno a quei due quinti di cui sopra, basta essere in una condizione di noia, fastidio, per non dire pseudo depressione, che viene da pensare che quasi quasi non sarebbe male unirsi a quei quattro uomini che non fanno altro che mangiare, solo mangiare, non certo i prodotti di cartoplastica delle macchinette, ma una gran cucina, chili di carne di prima qualità, condimenti dei più ricercati, costruzioni delle più sofisticate. Perchè quattro uomini benestanti, professionisti affermati, circondati da uomini, donne e mondi (Leggeri? Falsi? Vuoti? Forse soli, forse annoiati?) decidono di partire per un fine settimana della morte? Perchè morire mangiando? Saranno stati felici quei momenti in cui il boccone raffinato corteggia il palato? Io penso di sì, almeno fino ai problemi di meteorismo che, ahimè, 'ce toccano'. Ma le coccole più dolci, non vengono solo dal cibo. Non si mordono e masticano solo animali morti o zuccheri e salsine, si assaggiano e gustano anche corpi di donna, di donne. Ci sono tre donne di passaggio, la cui pseudo depressione è talmente psuedo che, forse, decidono di non crederci davvero, di non preoccuparsi di quell'intuizione relativa a quegli strani quattro uomini che non fanno altro che mangiare. Offrono e si offrono del sesso sporco di sugo e purea. Il vomito pulirà tutto, domani. Ma ce n'è un'altra, una donna, una maestra entrata in quella villa per mostrare ai suoi alunni un albero davvero speciale sotto il quale un grande uomo andava a passare le sue giornate. E poi, di passaggio in cucina, un invito a cena che è un invito a morte, ma anche un invito a vita, a prendersi cura di qualcuno, a salvare dalla solitudine, ad accompagnarlo verso il niente immediato con in bocca parole sporche di crema e di progetti futuri: sorte dei più buoni degli angeli, destinati a salvare e a non essere poi salvati a loro volta o, forse ancor peggio, a doversi salvare da soli. Offre del bene a tutti, delle carezze, delle più autentiche. La morte di Ugo, imboccato dall'amico e masturbato da un angelo: non esiste morte più pura, più salvifica.
Ho mangiato qualche schifezza durante il film, non ho incontrato angeli a mia volta, ho sofferto nel momento in cui sono partiti i titoli di coda. Avrei voluto trasformarmi in un albero da inchiodare in quella villa, per condividere un segreto destinato a rimanere sommerso in quella terra, inciso nelle pareti, gelato nel vento. 
Ma oggi? Oggi è come se questo non fosse possibile, il kitsch che ci divora non può ucciderci, può solo farci ingrassare, ci rovina la pelle, ci imbruttisce i lineamenti. Come si dovrebbe realizzare una critica come quella del film oggi? Dove si dovrebbero andare a chiudere i protagonista e cosa dovrebbero mangiare, cosa dovrebbero dirsi, quali donne dovrebbero accogliere? Lo troverebbero un angelo anche loro?

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati