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Verso la felicità

Regia di Mauritz Stiller vedi scheda film

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La recensione su Verso la felicità

di mm40
6 stelle

L'entomologo Leo trascura sua moglie Irene, preferendo passare il tempo al lavoro e con la seducente nipotina Marthe. Irene, lungi dal disperarsi, si consola dividendosi fra Preben e Felix.

L’importanza di questa commediola che oggi, a un secolo di distanza, appare assolutamente scontata, è in realtà piuttosto alta. Già all’uscita Erotikon – in Italia tradotta con il più rassicurante Verso la felicità, sebbene si tratti di un titolo evidentemente fuorviante – ebbe un prorompente risalto, per via di una morale oltremodo ambigua: non si tratta infatti dell’ennesima, già per i tempi, pellicola sentimentale su gioie e dolori della vita di coppia, con lieto fine più o meno posticcio. Si tratta invece di un film nel quale corna e dispetti coniugali vengono allo scoperto nel più pacifico dei modi, generando una reazione a catena che ha come unica conclusione possibile un accomodamento extraconiugale. La sceneggiatura firmata dal grande Gustav Molander, dal regista Mauritz Stiller e da Arthur Norden prende spunto da un testo teatrale di Ferenc Herczeg; una vicenda decisamente avanti per i tempi, che finì per influenzare (dichiaratamente) Ernst Lubitsch, il quale ripropose a ripetizione tali dinamiche e questi stessi toni leggeri, ma maliziosi, nei suoi film degli anni precedenti la seconda guerra mondiale. Interpreti: Anders de Wahl (Leo), Tora Teje (Irene), Karin Molander (Marthe), Wilhelm Bryde (Felix), Lars Hanson (Preben). Infine una curiosità: nel magistrale libro-intervista Conversazioni con Billy Wilder, curato da Cameron Crowe (edito in Italia da Adelphi), Wilder chiede esplicitamente a Crowe di recuperargli una copia di Verso la felicità per vederlo e finalmente capire cosa sia in concreto il leggendario Lubitsch’s touch. Con grande fatica Crowe riesce nell’impresa: finale davvero bizzarro, in linea con i personaggi qui citati. 6/10.

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