Regia di Leo Scherman vedi scheda film
Ennesimo horror ambientato in trincea. Non originale, né eccessivo ma ben diretto. Sono presenti elementi gore e splatter contenuti di numero ma piuttosto efficaci per resa.
Negli ultimi giorni della Prima guerra mondiale un'unità dell'esercito alleato viene inviata per indagare su una misteriosa base nelle Argonne, situata nel sottosuolo, lontana dalle linee di fuoco e abbandonata dai tedeschi. Lo "scavatore" (così soprannominato perché esperto in missioni sotterranee) Berton (Rossif Sutherland), viene incaricato di guidare al centro della struttura il gruppo di soldati. Raggiunto il sito, qui dovranno affrontare gli effetti di esperimenti condotti in segreto dai tedeschi sugli esseri umani.
Il regista di serie televisive, Leo Scherman, dirige questo teso film canadese, ambientato in un contesto di verosimile follia. In tempo di guerra, un gruppo di soldati si trova faccia a faccia con esseri umani infettati da scienziati tedeschi senza scrupoli, messi poi in quarantena per una forma virale contagiosa e incontenibile scatenata dalla Dirofilaria, un parassita filiforme che prolifica nei cani e nei gatti. Pur essendo inverosimile il contesto, le scene gore, contenute di numero, sono efficacissime ed evocano, soprattutto quelle con esposizione del verme agente all'interno dell'ospite, la filosofia del cinema di John Carpenter. Gli horror ambientati sui campi di battaglia non sono certo una novità essendo anzi stati, con l'inizio del nuovo millennio, un tema ricorrente. A cominciare da The bunker (2001), passando per Deathwatch - La trincea del male (2002) il connubio tra guerra e horror (di per sé più che naturale) non manca di riapparire saltuariamente sugli schermi. Purtroppo, come in casi più recenti, scivolando nella paradia (Dead snow 1 e 2, Bunker of the dead). Quindi un film come Trench 11 non lo si affronta con troppa aspettativa, finendo invece per restarne, dopo la visione, sicuramente colpiti in modo positivo.
Scherman sa posizionare la macchina da presa e cura i dettagli di messa in scena, avvantaggiato da una produzione modesta ma in grado di assicurare scenografie claustrofobiche, attori convincenti ed effetti speciali vecchio stampo (protesi e make up) piuttosto rivoltanti. Il ritmo non cala mai di tono, sostenuto dal tentativo di decifrare -via via che scorre il tempo- l'enigmatico mistero che è celato nel sottosuolo. Quando viene svelato l'arcano, al testo subentra l'azione, intervallata unicamente da un tipo di gore estremamente realistico. Trench 11 riesce a coinvolgere il pubblico più eterogeneo: sia quello che cerca spettacolo e adrenalina; sia quello che, invece, vuole una storia. Una storia magari interessante e con una morale sull'inutilità dei conflitti, che se ammessa porta a un lecito -e tacito- armistizio (l'alleanza tra Berton e l'ufficiale tedesco).
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