Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Questo film di Polanski mi ha leggermente deluso rispetto alle aspettative, mi sembra meno interessante rispetto ad altri suoi adattamenti dalla grande letteratura. Qui il regista si ispira ad un romanzo del grande scrittore inglese Thomas Hardy, ma ne trae un melodramma francamente sproporzionato e troppo lungo per il potenziale drammatico della storia: certamente seducente nell'aspetto figurativo e paesaggistico, ben interpretato dagli attori fra cui un'affascinante Nastassia Kinski che riesce a superare in bravura i suoi colleghi poco conosciuti, ma un pò statico in certi passaggi narrativi e, complessivamente, meno avvincente di quanto ci si potesse aspettare. Fu un buon successo al botteghino negli Stati Uniti e ricevette diverse candidature agli Oscar e alcuni premi Cesar in Francia: si tratta probabilmente di un'opera minore di Polanski, ma resta comunque un film al di sopra della media sotto diversi punti di vista, fra cui la resa visiva sempre curatissima grazie a una fotografia vincitrice dell'Oscar dovuta a due maestri del settore come il francese Ghislain Cloquet e l'inglese Geoffrey Unsworth, che era scomparso quando il film uscì nelle sale. Altri due Oscar alla scenografia e ai costumi. Un certo fatalismo e pessimismo della pagina scritta, nonché i toni di critica sociale sono resi con bravura nello script, ma resta in ogni caso l'impressione di un'opera un po' sopravvalutata dai fan del regista.
voto 7/10
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