Regia di Leonardo Guerra Seràgnoli vedi scheda film
Strano film, quello di Leonardo Guerra Seràgnoli: fin dalle prime battute non è chiaro se il regista voglia accollarsi la responsabilità di raccontare con piglio sociologico una generazione dipendente dai social o se intenda invece offrirne solo un ritratto avulso da giudizi di valore. Certo è che le tre giovanissime quanto facoltose protagoniste, che hanno appena terminato il liceo e sono partite per una vacanza in barca con tanto di skipper, non sembrano esattamente il ritratto della meglio gioventù: la più assennata delle tre (Tantucci) ha un momento di vuoto esistenziale quando le cade il cellulare nell’acqua, ma riesce a farne a meno ricorrendo a quello delle due amiche per i momenti di intimità col suo fidanzato. Le atre sono due minus habentes che, come lolite 2.0, vivono compulsivamente in funzione dei selfie, dei like e del numero di follower sui social. La loro bulimia di like, però, fa alzare l’asticella del lecito al punto di fare degenerare il gioco e compromettere la loro amicizia.
Con un budget minimo (e costumi ridotti quasi a zero) e uno script che sembra lasciare la briglia sciolta all’improvvisazione, Séragnoli dirige un film ai limiti del documentario che certamente rispecchia una tendenza diffusissima, ma che manca di arrivare a quella zampata acida che avrebbe dato una direzione all’opera, anziché liquidarla in un finale tutto sommato zuccheroso e consolatorio.
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