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Quelle due

Regia di William Wyler vedi scheda film

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La recensione su Quelle due

di Antisistema
8 stelle

William Wyler mi ha regalato un film della mia infanzia come Ben-Hur, quindi lo rispetto come regista. Purtroppo ho scoperto che al giorno d'oggi non è considerato tra gli autori di primissimo piano nel cinema classico, quando invece all'epoca era rispettato da tutti nell'ambiente e se Wyler ti voleva come attore o attrice in un suo film, era un grande onore e quasi sicuramente, saresti stato nominato per gli oscar. Ma Wyler non puntava solo sul sicuro, visto che era anche capace di andare alla ricerca di nuovi attori e attrici da lanciare e sicuramente Audrey Hepburn, Anthony Perkins e Barbra Streisand sono le sue scoperte migliori. Non è un autore, ma questo non è un problema, perché non significa che realizzasse pessimi film, anzi tutt'altro. Comunque, dopo la pioggia di oscar e di soldi derivata da Ben-Hur, Wyler decide di ripiegare su un film a basso budget, intimo e con argomenti scottanti. Per questo, il regista decide di chiamare due attrici con la A maiuscola Audrey Hepburn  (che incredibilmente accetta) e la grande Shirley Maclaine (visto il suo carattere, scontato che accettasse).

 

Karen (Audrey Hepburn) fidanzata di Joe (James Garner), e Martha (Shirley MacLaine), dirigono una scuola privata per giovani studentesse. Quando vengono ingiustamente accusate di lesbismo da parte di Mary, un'alunna viziata e colma di una cattiveria nascosta (Karen Balkin), la loro vita sarà stravolta e a poco a poco verranno emarginate dalla società, sino a che Martha rivelerà a Karen il suo sconcertante segreto.


La pellicola tratta del tema dell'amore di stampo lesbico ed è il primo film ad Hollywood (non dico nel mondo, perchè magari qualche piccola produzione indipendente straniera già aveva detto qualcosa sull'argomento) di tale genere, nonché di tutte le conseguenze infamanti e sociali che derivano dalla calunnia dell'allieva. Wyler aveva già trattato l'argomento in un film precedente (La Calunnia) di cui questo è il remake non edoculturato, ma non avendolo visto non posso fare paragoni. I pregi ed i difetti sono concentrati nel fatto che la parola omosessualità non può essere utilizzata (MacLaine dirà che era proibita sul set) e le due sono etichettate come "amanti" (vocabolo che ben sappiamo ha ben altro significato, seppur si capisca benissimo cosa si sottenda); il tutto per evitare una censura che avrebbe impedito l'uscita stessa del film (Wyler fu costretto a tagliare delle sequenze, alcune delle quali so essere state reintegrate ad inizio 2000 nei dvd).
Al regista interessa per prima cosa fare un'analisi non solo dell'attrazione di Martha (MacLaine) verso Karen (Audrey Hepburn); ma analizzare la condizione di isolamento, d'infamia e solitudine per via di tale diceria messa in giro da una bambina dell'istituto. L'attacco di Wyler alla mentalità bigotta della borghesia provinciale è spietata e senza alcun appello. Se la società è ipocrita e meschina, anche la scienza (ll dottore fidanzato con Karen) e la legge (il giudice che sentenzia tale legame come "peccaminosa conoscenza carnale dello stesso sesso"), che dovrebbero essere progressiste e al di là dei giudizi morali, si ritrovano ad appoggiare questo modo di pensare retrogrado. La regia di Wyler quindi è di grande accortenza, con il solito gusto sincero per la profondità di campo di cui è maestro e per la sua abile gestione degli spazi chiusi che sono sempre esibiti e mai celati allo spettatore, così che anch'egli si senta soffocare assieme alle due protagoniste nella "scuola-prigione", perchè è anche vero che fuori all'aria aperta, non è che si sia più liberi, visti gli sguardi altrui (scena del furgone fuori al cancello). 

 

Girato in un sublime bianco e nero magistralmente illuminato da Franz Planer; Wyler si appoggia alla magistrale prova delle sue attrici protagoniste. Shirley MacLaine ha senz'altro il personaggio con la scrittura più interessante (un pò ingrassata credo); interpreta un personaggio nevrotico, tormentato e inconsciamente repressa nei suoi veri sentimenti, i quali sembrano venire a galla per via di una "bugia" e che lei stessa farà di tutto per non accettare poichè li percepisce secondo il sentire sociale del tempo, come "anormali" (parola usata nel film). Audrey Hepburn si dimostra finalmente tagliata non solo per le commedie romantiche da bambolina con gli occhi dolci, ma anche una grande attrice versatile e adatta al dramma. Un interpretazione dolce e sensibile nel ruolo della maestra ben lontana dai soliti stereotipi cinematografici che ci sono tramandati, nonchè da scuola dell'arte drammatica tutta la sua interpretazione nel finale, dove occulta nel profondo della sua immanenza, emozioni e sentimenti che non possono trascendere da ella stessa, la quale si dimostra sinceramente quanto intimamente disgustata dall'ipocrita mascherata borghese. Le due attrici si completano e si aiutano a vicenda (MacLaine ha sempre ribadito nelle interviste l'ammirazione totale per la sua collega che considerava Dio o quasi), così Shirley MacLaine evita di strafare (come delle volte le capita) venendo tenuta sempre su un registro adeguato dalla sua collega, Audrey Hepburn invece grazie a lei, tira fuori grinta e carattere che non aveva avuto modo di mostrare in altri suoi film precedenti.

La bambina Mary, interpretata da una perfetta Karen Balkin, la vorresti prendere a calci nel sedere per quanto la odi dopo 5 minuti. Ella è portatrice di una cattiveria fredda, celata e calcolatrice, capace di soggiogare all'istante le coetanee che non obbediscono ai suoi voleri. Apparentemente capricciosa, in realtà é un'adulta confinata in un corpo da bambina superficialmente innocente poiché ha letto molti libri "proibiti" e quindi conosce cose che per la sua età non dovrebbe e così, riesce ad influenzare negativamente le altre compagne. Ovviamente quando tenta di andare allo scontro duro con la maestra Karen, che sa' invece dosare pazienza e amorevolezza, con l'imposizione all'occorrenza, la bambina ne esce sconfitta (basta vedere l'alternanza nel duello dei primissimi piani che Wyler concede ai visi delle due attrici) e per questo la odia a morte; essendo stata sconfitta ed umiliata per la prima volta in vita sua s'inventa una bugia che finirà con il rovinare la vita ad entrambe. Mi ricorda, questa rappresentazione della cattiveria infantile e dell'ostracismo sociale verso chi ingiustamente subisce una calunnia, il recente film Il Sospetto di Vinteberg con Mikkelsen come protagonista. 

 

All'epoca fu un flop al botteghino e la critica USA ci andò pesante definendolo tetro e lugubre. Le accuse ovviamente sono infondate perché il tono del film è consono alla materia trattata e sinceramente nelle critiche di Crowther e Kael, ci leggo anche una sorta di insofferenza ultra conservatrice contro l'omosessualità, quindi i loro pareri vanno presi con cautela. Il film comunque ricevette ben 5 nomination all'oscar, anche se la MacLaine venne inspiegabilmente ignorata (Audrey Hepburn venne nominata per Colazione da Tiffany, anche se recita meglio qui), cosa assurda perché questa perfomance è da TOP 3 della sua carriera. Questo ha fatto si che il film oggi sia dimenticato nonostante la presenza di due famose attrici, ed invece il film và assolutamente riscoperto.  

La critica odierna è spaccata, se Mereghetti gli dà 3 stelline, Morandini inspiegabilmente si ferma a 2.5 stelline, mentre Maltin 1.5 stelline (alla Calunnia ha dato 4 stelline e comunque Maltin lo considero poco come critico, dopo che ho visto la sua lista dei film a 4 stelle... a momenti i capolavori stavano più nella lista dei film con 3.5 stelle). Vista la divisione critica, vale la regola di vedere e giudicare da sé.

 

Shirley MacLaine, Audrey Hepburn

Quelle due (1962): Shirley MacLaine, Audrey Hepburn

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