Regia di Isao Takahata vedi scheda film
Goshu è un giovane violoncellista che vive in un paesino di campagna e suona in una piccola orchestra. Ogni volta che provano però, il maestro gli rimprovera di non essere abbastanza preparato.
Goshu non si da per vinto, e anche grazie agli animali che ogni sera andranno a trovarlo nella sua piccola e umile casetta, inizierà giorno dopo giorno a comprendere cosa manca nel suo stile.
Questo non è il Takahata struggente di "Una tomba per le lucciole", o quello nostalgico di "Pioggia di ricordi", e nemmeno quello filosofico de "La storia della principessa splendente". È un giovane Takahata, quasi naif, che vive in un mondo incantato e gentile, fatto di poche e semplici cose, e in cui la musica è un pretesto per conoscere e dar sfogo alla crescita della propria sensibilità.
Con una semplicità e un'immediatezza quasi disarmante, Takahata riesce a lasciare un messaggio chiaro e nitido sulla bellezza e sull'importanza dell'arte, sulla ricerca di se stessi, sulla natura delle cose.
Nonostante tutti questi possibili significati, è un film estremamente leggero e distensivo, capace di sciogliere i nervi e incantare. È triste pensare che al giorno d'oggi questo tipo di cinema sia pressoché scomparso e dimenticato.
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