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Un affare di famiglia

Regia di Hirokazu Koreeda vedi scheda film

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La recensione su Un affare di famiglia

di michemar
8 stelle

Una famiglia è quella del certificato chiamato “stato di famiglia” o si può autodefinire così semplicemente quando i conviventi vivono felici, compresi, nutriti, dormono assieme, si aiutano e contribuiscono con il proprio apporto per una armoniosa convivenza e stabiliscono forti legami? Hirokazu Koreeda va oltre ogni convenzione.

Hirokazu Koreeda continua, sempre con la dolcezza e la serenità di cui è capace solo la scrittura orientale, a parlarci di rapporti umani, di famiglie a fisarmonica (come in Little Sister, Father and Son per esempio) che accolgono e nutrono di affetti anche l’ultima persona arrivata nel nucleo. Ma poi, che tipo di nucleo? Molto spesso il cinema, come prima ancora la letteratura, si occupa dei problemi di famiglie disfunzionali, lui invece ci sbatte in faccia una non-famiglia funzionale. Eh sì, sei persone di cui ci nasconde fino alla fine - degna di un thriller psicologico - i rapporti sanguinei reali o immaginari, ancorché sin dalle prime scene si nota la tranquilla vita di una famiglia qualsiasi, di coabitanti in una angusta casa, in cui – badate bene – vediamo continuamente cucinare e mangiare, mangiare sempre, tutte le loro ricette così distanti dalla nostra dieta mediterranea ma sempre in ottima sintonia e allegria. Una bella famiglia, insomma. D’altronde è sempre attorno ad una tavola e ad un buon cibo ben cucinato che ci si vuol più bene e si rinforzano i legami.

 

Lily Franky, Ando Sakura, Sasaki Miyu

Un affare di famiglia (2018): Lily Franky, Ando Sakura, Sasaki Miyu

 

Cosa unisce un nucleo familiare, quale legame tiene uniti i suoi componenti?

“I legami vengono da qui – e Nobuyo indica la mente – o da qui – indicando il basso ventre -.”

“Secondo me dai soldi” ribatte Osamu

Si dialoga così tra i due personaggi che lì rappresentano la coppia attorno alla quale si coagula la famiglia. E il concetto di maternità viene anche approfondito con una riflessione:

“Si è madri perché si partorisce…”

Il che provoca però una domanda spontanea: si è madri quindi per quell’atto naturale per eccellenza oppure perché si ama e si cura l’educazione e la crescita di un bimbo, dando perciò con dedizione assoluta tutto quello di cui un bimbo ha bisogno?

 

Jyo Kairi, Lily Franky

Un affare di famiglia (2018): Jyo Kairi, Lily Franky

 

Osamu e Nobuyo sono una coppia particolare, sono nel loro piccolo due fuorilegge, riescono a barcamenarsi e a sostenere la famiglia mediante piccoli furti e taccheggi quotidiani, soprattutto con l’aiuto del giovanissimo ma destro 4 ban-san, abile e pronto ad aiutare il capofamiglia nelle scorribande nei supermercati e nei negozietti del quartiere. Per fortuna a completare il sostentamento familiare ci pensa la pensione della nonna Hatsue, il cui bel gruzzolo mensile risolve tanti problemi, perché in quella piccola casa sono in sei: la coppia Nobuyo e Osamu, la sorella di quest’ultima, la nonna, il figlio e Yuri, l’ultima piccolissima arrivata, raccolta nel gelo invernale. E tutto si trascinerà fra alti e bassi per diverso tempo fin quando il giovane 4 ban-san avrà un ripensamento, una riflessione dolorosa, quando cioè si renderà conto che la deliziosa Yuri non è giusto che cresca imparando da loro e dal quel modo di vivere fatto di sotterfugi, piccoli-grandi segreti, furtarelli e precarietà sociale. Non è giusto, secondo lui, e se lo pensa è proprio perché le vuol bene. Da qui la svolta decisiva, la sterzata della vita di quella strana ma coesa famiglia, la decisione che scopre all’improvviso i tombini, direi anzi le tombe. Letteralmente.

 

Jyo Kairi, Sasaki Miyu

Un affare di famiglia (2018): Jyo Kairi, Sasaki Miyu

 

Hirokazu Koreeda ci manda a dire che è quindi solo l’affetto vero quello che lega le persone e (ironia della sorte) proprio quando nel nostro Paese si dibatte su una proposta di legge per rendere indissolubile il matrimonio, vietare l’aborto, cancellare e negare per il futuro le unioni civili e via dicendo, ecco che invece il maestro giapponese ci dimostra che nella ricerca continua che l’uomo fa per raggiungere la felicità, sia nell’ambito di coppia che nel disegno più globale di famiglia, l’importante è amarsi e trattarsi come e comunque come una famiglia basata su sinceri legami, a prescindere assolutamente dalle istituzioni formali e convenzionali. Insomma, una coppia lo è perché è scritto su un documento o perché i componenti si amano? Una famiglia è quella del certificato chiamato “stato di famiglia” o si può autodefinire così semplicemente quando i conviventi vivono felici, compresi, nutriti, dormono assieme, si aiutano e contribuiscono con il proprio apporto per una armoniosa convivenza e stabiliscono forti legami? Hirokazu Koreeda va oltre ogni convenzione. E ci spiazza, con il suo innocente sorriso, sia con questa anomala famiglia, sia quando ci ha raccontato in altra occasione di quei bimbi scambiati per un errore grave e maldestro nella culla nell’ospedale dove erano nati. Il figlio è solo quello naturale o è anche quello che le due famiglie inconsapevoli avevano cresciuto e a cui avevano dedicato tutte le cure amorose necessarie? Una famiglia vera è anche quella che si reca tutta al mare e si diverte giocando serenamente.

 

Kiki Kilin, Sasaki Miyu

Un affare di famiglia (2018): Kiki Kilin, Sasaki Miyu

 

Ci sono due o tre momenti magici in questo bellissimo film, di quelli che “sfondano” il cuore, che toccano l’anima, che arrivano inevitabili lungo la trama, come quando sopraggiunge, seppur fuori tempo massimo, l’agognato “Papa!”, pronunciato purtroppo quando il destinatario non lo può più sentire, ahilui. Oppure quando la piccola Yuri ricambia con una carezza le coccole che sta finalmente ricevendo. Che tenerezza!

 

Jyo Kairi, Sasaki Miyu, Kiki Kilin, Ando Sakura, Lily Franky

Un affare di famiglia (2018): Jyo Kairi, Sasaki Miyu, Kiki Kilin, Ando Sakura, Lily Franky

 

Sotto una regia come sempre impeccabile, che concede i tempi giusti per un racconto di questo tipo, con le pause necessarie e i dialoghi a tratti divertenti nella bella sceneggiatura scritta dallo stesso autore, vien da dire “che bravi gli attori!”, ma soprattutto… ma come fanno a recitare così bene i bambini solo Dio lo sa. E mentre scrivo arriva una cattiva notizia: riposa in pace, Kirin Kiki.

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