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Il padre di famiglia

Regia di Nanni Loy vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il padre di famiglia

di axe
7 stelle

I giovani Marco e Paola si conoscono durante gli scontri tra manifestanti successivi al referendum del 2 giugno 1946. Nonostante provengano da famiglie con diverse idee politiche, si piacciono, si frequentano e, poco dopo, si sposano; condividono una visione ottimistica della vita, la professione di architetti urbanisti ed un forte idealismo. Benchè non sia stato nei loro programmi, dopo un po' hanno un figlio, al quale ne seguono altri tre. Mentre Paola è sempre più presa dalla cura della prole, in Marco monta l'insoddisfazione, che lo porta a perdere la sua purezza d'animo. Nanni Loy dirige un film sulla famiglia, evidenziando le contraddizioni e le difficoltà collegate alla sua gestione, in rapporto all'evoluzione dei tempi. I due protagonisti, Marco e Paola, partono con belle speranze. Costruiscono il loro rapporto riuscendo ad evitare i condizionamenti dei genitori, molto "cauti" a causa delle radicate opinioni politiche, contrastanti con quelle dei rispettivi consuoceri. Entrambe, pur sposati, dedicano attenzione primaria alla loro professione, esercitandola con correttezza, in un mondo - quello dell'edilizia pubblica e privata - sempre più "sporco" perchè corrotto dalla speculazione. Senonchè, arrivano i figli, uno dietro l'altro. Paola li vuole; mette al centro del suo interesse il benessere dei bambini, ma non si affida ad un naturale istinto di genitrice per curarne la crescita, bensì alle prescrizioni di una pedagoga, la quale consiglia il "metodo Montessori", concedendo ai figli libertà inconcepibili per le generazioni precedenti. Così, mentre i piccoli della famiglia esprimono la loro innata esuberanza, i grandi vedono le loro condizioni di vita peggiorare. Paola è costretta a lasciare il lavoro, a causa di ritmi sempre più frenetici, e meno conciliabili con la gestione della famiglia. Nel corso degli anni, il suo essere madre va a discapito dell'essere moglie. Marco, pur scontento, non si oppone; lascia a Paola la responsabilità della casa e dei figli; contrasta, sul lavoro, la speculazione edilizia; cerca soddisfazione tra le braccia di un'altra donna; infine, si arrende. Cambia sede di lavoro, ove può guadagnare di più, ma non ha modo di combattere le sue battaglie. Ciò delude Paola, gettandola ulteriormente nello sconforto. La donna, infine, è vittima di un esaurimento nervoso. Marco è chiamato a gestire da solo - presumibilmente per un lungo lasso di tempo - i quattro figli; l'uomo non può sottrarsi a tale responsabilità. Nel corso dei molti anni lungo i quali si estende il racconto, la società cambia. Le vecchie ideologie perdono d'importanza - l'anarchico Romeo (Ugo Tognazzi), amico di famiglia, percepisce d'essere ormai fuori tempo massimo; la vita diventa via via più complicata; l'idealismo dei due giovani è destinato ad esaurirsi, a causa delle difficoltà quotidiane, incomprensioni, disinteresse da parte del mondo circostante. L'epilogo è "aperto". Marco saprà essere, infine, padre ? Probabilmente si; Paola, pur sacrificando la felicità coniugale, ha reso i figli responsabili ed in grado di prendersi cura l'uno dell'altro. Bravi gli interpreti dei protagonisti. Nino Manfredi interpreta Paolo, uomo inizialmente entusiasta, paziente, dedito in primis al lavoro - come organizzazione di famiglia tradizionale imponeva - e fiducioso nelle capacità della moglie di gestire figli e casa; poi sempre più passivo, quasi vittima della crisi del suddetto impianto familiare. L'attrice francese Leslie Caron è Paola, moglie e madre dal volto sempre più sciupato e dal vestire trasandato. Ella annulla la propria individualità in favore dei figli ... o la proietta in essi, preparandoli alla vita futura al meglio delle sue possibilità. Il regista alterna toni da commedia - contraddistinti da amara ironia - a toni nitidamente drammatici e conclude il suo racconto trasmettendo speranza. Incidentalmente, fa denunzia sulla speculazione edilizia - resa possibile dall'inerzia, quando non aperta complicità, di personalità politiche ed istituzionali - e le sue spiacevoli conseguenze, a livelli ambientale e sociale. Un toccante e preciso resoconto della crisi della famiglia tradizionale, dal quale emerge la necessità di riconsiderare e bilanciare ruoli ed impegno, nell'ottica di una quotidianità di via via più complessa gestione.

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