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I fratelli Sisters

Regia di Jacques Audiard vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I fratelli Sisters

di obyone
9 stelle

 

Joaquin Phoenix, John C. Reilly

I fratelli Sisters (2018): Joaquin Phoenix, John C. Reilly

John C. Reilly, Joaquin Phoenix

I fratelli Sisters (2018): John C. Reilly, Joaquin Phoenix

 

Venezia 75. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.

È palese, fin dal titolo originale, che questo stravagante oggetto filmico, vincitore del Leone per la miglior regia a Venezia 75, è qualcosa di assai singolare, qualcosa che esula dal genere a cui dovrebbe, per natura, appartenere, contaminato, com'è, da sferzante ironia e venature da Black comedy. Jacques Audiard ci ha preso gusto per le lingue straniere così dopo il "tamil" di "Deephan" sceglie, opportunamente, l'inglese, lingua madre del vecchio e glorioso West, per ricreare compiutamente le atmosfere selvagge del suo ultimo film tratto dal romanzo "Arrivano i Sister". I due fratelli Sorelle dell'ossimoro iniziale non potrebbero essere più dissimili benché complementari. Eli (John C. Reilly) è il più vecchio ed è una chioccia pacata e riflessiva. Si strugge nel desiderio di un amore e langue nel ricordo di una prostituta che gli ha lasciato in dote un fazzoletto profumato. Charlie (Joquin Phoenix) lo deride. Oh lui è di tutt'altra pasta: schietto, cinico, impulsivo. La sua unica amante è la bottiglia. Per saziare la carne gli è sufficiente il piano superiore del saloon, per placare la sete, quello inferiore. Charlie è inaffidabile e scostante, e, quando è sbronzo, diventa pericolosamente aggressivo anche per il fratello, la cui un'unica vocazione è tenerlo lontano dai guai. Insieme, Eli e Charlie, sembrano una vecchia coppia di sposi che bisticcia su ogni questione, entrambi privi, della necessaria pazienza per lasciar scivolare le cose dietro di sé. I due uomini, spesso, non sopportano i rispettivi vezzi e comportamenti ma, sia chiaro, nessuno provi a torcere un capello al proprio "sorello" altrimenti sono dolori. I fratelli Sisters sono uomini duri in cui non mancano affetto e gentilezze accuratamente celate dietro un paravento di aggressività e nichilismo necessari per sopravvivere ad un ambiente ostile in cui rivoltelle fumanti annientano ogni sentimentalismo e briciolo di umanità. I Sisters sono nel libro paga dell'avido commodoro (Rutger Hauer) che li ha messi sulle tracce di un uomo, John Morris (Jake Gyllenhall) che a sua volta ne sta seguendo un altro, Hermann Kermit Warm (Riz Ahmed). Morris ha il compito di riportare il fuggitivo al commodoro. Non che costui sia, minimamente, interessato alle strane idee di Warm, a quelle no, ma alla presunta formula chimica che gli consentirebbe di estrarre l'oro dal terreno con poca fatica, a quella sí. Eccome. Siamo nel pieno della Corsa all'oro e non c'è americano, europeo o cinese che nel 1851 non si mostri attratto dalla facile ricchezza, e tanto meno colui che ha soldi a palate sa resistere alla febbre causata dalla lunga esposizione alla pepita. Morris dovrebbe usare le buone maniere per portare l'uomo, dalle idee socialiste, e la formula al proprietario che ne rivendica la legittima proprietà. Il vecchio commodoro però non si fida del savoir faire di Morris e preferisce le maniere rudi dei propri spietati scagnozzi. L'inseguimento è pieno di colpi di scena e complicazioni che costringono i quattro uomini, una volta insieme, a riconsiderare le proprie alleanze e posizioni iniziali.

"The Sister Brothers" pur ispirandosi al libro di Patrick Dewitt è un omaggio all'iconico "Il tesoro della Sierra Madre". Chi ha amato il film di John Huston, già all'epoca della sua uscita poco convenzionale, non può rimanere indifferente all'irriverente comicità del film di Audiard. Direi proprio che i due film corrono in parallelo pur nella loro diversità. Il tema della corsa all'Oro, l'ironia beffarda che si irradia nel terreno fertile dell'umana cupidigia come una vena luccicante del prezioso minerale, la necessaria allenza a cui i prospetti sono costretti per salvare la pelle dall'attacco dei banditi sono aspetti comuni ai due film. Il finale ridicolo e catartico presenta un punto comune nel ritorno ad una vita ordinaria ma (forse) felice. Questo film potrebbe non piacere agli amanti del western nudo e crudo del quale rivolta schemi narrativi e canoni estetici. Al contrario può rappresentare un'intrigante variazione per chi del genere non ha una grande passione. A tutti, invece, non potrà sfuggire la straordinaria bravura dei due attori. Ma se Phoenix recita un ruolo che ha già rivestito in passato, Reilly è perfetto nella parte della sorella premurosa che ha rinunciato ad una vita normale, moglie e marmocchi per occuparsi di un fratello impazzito come una scheggia a causa dei drammi di famiglia. Attorno alla sua calma serafica Audiard costruisce le scene più divertenti. Spazzolino da denti alla mano John C. Reilly è esilarante. Gli addominali urlano dal dolore per le risate quanto quelli dell'attore chiamati ad uno scatto repentino per fuggire da quello strano oggetto con tavoletta e catenella e dallo strano rumore che produce. Semplicemente memorabile. "The Sister Brothers" non è solo una miscela di avventura e humor nero che rilascia un aroma vigoroso e delicato. C'è di più, lo si intuisce dall'azzeccata sequenza della veglia funebre, ridicolmente grottesca. Il becchino fa le condoglianze ai due fratelli mentre Eli, infastidito, caccia due pugni al cadavere per accertarsi dell'altrui morte. Charlie dice al fratello: sei deluso? L'altro che risponde: un po'. Audiard lascia al fato birichino il compito di risolvere la vertenza tra i protagonisti e il loro antagonista. Un colpo di scena che destruttura gli schemi del genere costruito intorno ai duelli al fulmicotone tra pistoleri e che su di essi poggia la propria tradizione. Il regista toglie il pathos della resa dei conti ma aggiunge qualcos'altro, qualcosa di molto più bello e poetico: una meravigliosa giostra di inquadrature che abbatte tempi e spazi umani attraversando la soglia di ogni stanza nel piccolo rifugio materno mostrando i fratelli Sisters mentre mangiano, dormono, si lavano, felici di aver ritrovato la serenità e l'amore smarrito della fanciullezza, l'unica vera formula magica, l'unica vera ricchezza.

 

Joaquin Phoenix

I fratelli Sisters (2018): Joaquin Phoenix

John C. Reilly

I fratelli Sisters (2018): John C. Reilly

Jake Gyllenhaal

I fratelli Sisters (2018): Jake Gyllenhaal

Riz Ahmed

I fratelli Sisters (2018): Riz Ahmed

 

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