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Uomini e donne: istruzioni per l'uso

Regia di Claude Lelouch vedi scheda film

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La recensione su Uomini e donne: istruzioni per l'uso

di OGM
8 stelle

Il ménage tra uomini e donne è una giostra degli opposti, oscillanti tra attrazione e repulsione, tra concordia e dissidio.   Tesi ed antitesi non sempre si incastrano, perché, pur partendo dalla stessa base, ne traggono poi conclusioni divergenti. Nei rapporti personali, fingere di essere diversi non necessariamente aiuta, perché la menzogna talvolta avvicina, talvolta allontana; tuttavia è indispensabile per districarsi nella vita. Ma se la pratica è una questione di interesse e strategia, la sfera dei sentimenti e delle idee è relegata in un’inafferrabile dimensione individuale, in cui campeggiano l’incertezza e l’incomunicabilità. Ognuno di noi è solo di fronte alle proprie scelte, ai propri gusti, ai propri desideri, perché non è possibile condividere con altri ciò che per noi stessi è coperto da un velo di indeterminatezza.  Non sappiamo mai con sicurezza cosa per noi sia meglio e cosa possa veramente renderci felici, perché ignoriamo il dato più importante, ossia cosa dobbiamo aspettarci dal domani. E’ uno scorcio di realtà troppo ristretto, quello che vediamo dalla nostra limitata prospettiva, ed è troppo difficile fare breccia nella diffidenza e nell’ipocrisia altrui per cercare di allargare lo spiraglio. Così vagoliamo in una giungla di fantocci, trappole e bugie, tra allettanti luccichii e minacciose ombre, incespicando, annaspando, rincorrendo il miraggio di un’impossibile radura.  Claude Lelouch usa il paradosso come il presupposto logico su cui impostare un raffinato gioco dell’ambiguità, dell’apparenza, del tentennamento, ossia di tutti quei tratti tipici del comportamento umano che impediscono di conoscersi, capirsi, arrivare alla verità. Il nostro modo di esprimerci sembra fatto apposta per confondere, perché il nostro prossimo è come un avversario, di fronte al quale ci muoviamo con cautela, nel perenne timore di scoprirci. Eppure non siamo  noi a dirigere le danze: noi tutti siamo, infatti, interpreti di una commedia scritta da altri autori, mentre la regia è affidata ad un’enigmatica entità sovrana, che forse è Dio, forse è il destino, o forse è solo una potente suggestione endogena, che sottolinea le coincidenze, ed evidenzia le contraddizioni, elevandole al rango di  miracoli divini e mistici misteri.  

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