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I magi randagi

Regia di Sergio Citti vedi scheda film

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La recensione su I magi randagi

di mm40
4 stelle

Sergio Citti come regista ha sempre lasciato un po' a desiderare: lui è piuttosto un poeta (nell'accezione nobile e popolare del termine: un uomo comune che dice cose fuori dal comune in una maniera comprensibile a tutti). Di scuola pasoliniana e mica per caso: anche in questo I magi randagi, infatti, Citti racconta un pezzetto del mondo del suo Maestro, quello fatto di poveracci, straccioni, gente dal cuore d'oro e vessata dalla vita e dai potenti, miracoli laici, epifanie improvvise e altrettanto rapidi ritorni alla dura realtà; ecco però che il regista confeziona così l'ennesimo film pressochè identico. Sulla falsariga infatti dei suoi lavori più riusciti, cioè Il minestrone e Sogni e bisogni, opere corali, ricche di interpreti e di suggestioni, in un perenne on the road della miseria sempre col sorriso stampato sulla faccia, anche questa volta Citti racconta gli stessi personaggi alle prese con le medesime necessità e inquadrando il tutto nella solita 'umanistica' prospettiva, nella quale anche Dio è un essere umano in carne e ossa e se glielo si fa notare ci risponderà: "Perchè? Trovate che sia dimagrito?". Ecco, in questa (riuscita) battuta c'è tutto lo spirito di fondo della pellicola, scritta da Citti e David Grieco, che per quanto non risulti nulla di nuovo (le somiglianze e le vicinanze con Due pezzi di pane, Mortacci, Casotto sono tutte rapidamente ravvisabili) è però carica di un impatto poetico non indifferente; ciò invece in cui il regista non riesce a eccellere è, paradossalmente, proprio la regia: trasandata, disaccorta, con una direzione degli attori talvolta disastrosa. Chiaramente non si parla di Silvio Orlando o di Patrick Bauchau, nomi principali sul cartellone, nè del terzo protagonista, il tedesco Rolf Zacher che poco ha recitato all'estero, ma piuttosto di qualche personaggio minore, fra i tanti di contorno al tris centrale. A proposito: da ricordare sono le comparsate di (impeccabili, naturalmente) Gastone Moschin, Laura Betti e Ninetto Davoli. Scene di Danilo Donati, fotografia di Frando Di Giacomo e musiche di Morricone, a testimonianza di un cast tecnico invidiabile. 5/10.

Sulla trama

Tre artisti di strada senza alcun successo incontrano una preziosa occasione: recitare come re magi in una rappresentazione popolare. Ma la recita diventa presto molto reale, anzi surreale.

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