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Chiamami Aquila

Regia di Michael Apted vedi scheda film

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will kane

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Chiamami Aquila

di will kane
8 stelle

Dopo essersi affermato con tre ruoli dirompenti in "Animal House", "1941" e soprattutto "The Blues Brothers", per John Belushi venne il tempo di personaggi più adulti, sfaccettati, lavorando maggiormente sulle sfumature dei caratteri: sia per "Vicini di casa" che per questo "Chiamami aquila", il comico americano di origine albanese fu molto applaudito dai critici, mentre commercialmente nessuno dei due titoli fu un grande successo. Commedia gentile, di ambientazione montana e di aspirazioni umaniste-ecologiste, "Continental divide" è un film che in molti amano, con una storia d'amore tra due persone molto differenti tra loro, che riescono a trovare un compromesso finale che fa sì che lo spettatore si affezioni alla pellicola di Apted. Belushi e la sua rivale-complice-parter Blair Brown caratterizzano egregiamente i loro personaggi, il film si lascia ricordare per la sua piacevolezza, e rimane un pò di rimpianto per un interprete con un grande potenziale , espresso certo nelle poche pellicole in cui lo abbiamo visto, ma che si stava ulteriormente raffinando e lasciava intravedere belle prospettive per grandi interpretazioni.
Pubblicato da EmiSpazi a 18.42 0 commenti
Etichette: anni Ottanta
giovedì 26 giugno 2008
L'INCREDIBILE HULK ( The incredible Hulk, USA 2008)
DI LOUIS LETERRIER
Con EDWARD NORTON, Liv Tyler, William Hurt, Tim Roth.
FANTASTICO/AZIONE

Di solito le testate a fumetti esordiscono con un numero "zero". Come bisogna considerare appunto il film precedente di Ang Lee con Eric Bana, se qui cambiano, oltre che regista e interpreti, pure la caratterizzazione del gigante di giada, la sceneggiatura sforna un prologo in cui viene riconsiderata l'origine di Hulk, cancellando completamente tutta la storia del precedente. Affidato al francese Leterrier, che proviene dalla serie "Transporter", questo "nonsequel" la butta decisamente più sull'azione, evitando le riflessioni etico-edipiche del kolossal di Lee, con l'accortezza di mostrare la creatura concepita ai raggi gamma dapprima per dettagli, per farlo esplodere in tutta la sua irruenza furibonda verso metà film. Incompreso e distruttivo, questo Hulk è molto più simile a quello di tante fasi dei fumetti, sia per come lotta anche contro la sua nemesi Abominio, che per la natura errabonda e la tendenza antimilitarista delle sue storie: probabilmente piacerà di più al pubblico del film del 2003, per il suo canovaccio più canonico e la tenuta di ritmo apprezzabile. Se tanto mi dà tanto, l'apparizione finale di un altro importante personaggio di casa Marvel dovrebbe avviare un processo di incroci ( i "crossover" tanto cari alla casa di Stan Lee) che potrebbe generare diversi nuovi kolossal supereroistici. Alla prossima puntata, naturalmente.
Pubblicato da EmiSpazi a 22.49 0 commenti
Etichette: 2007-....
MALIZIA ( I, 1973)
DI SALVATORE SAMPERI
Con ALESSANDRO MOMO, LAURA ANTONELLI,Turi Ferro, Angela Luce.
COMMEDIA/EROTICO

Terzo incasso della stagione 72/73 , battuto solo dal doppio Marlon Brando di "Ultimo tango a Parigi" e "Il padrino", il film di Samperi lanciò il mito erotico di Laura Antonelli, tra le regine dei sogni pruriginosi degli italiani: seguito, molti anni dopo da un sequel che tra l'altro causò il deturpamento della splendida attrice istriana, "Malizia" è una commedia satirica in cui serpeggia una forte tonalità erotica, ambientato in una Catania borghese nel 1957, con ricordi di Vitaliano Brancati .Samperi , che ai tempi era ancora un pò anarcoide, irride il perbenismo fasullo della "buona società", contemporaneamente stuzzicando i sensi del pubblico, giocando a rimpiattino con le grazie della bellissima Laura, che arriva a mostrarsi solo a un passo dal finale, avendo prima titillato il voyeurismo dello spettatore maschio, con giarrettiere e scollature. La regia distilla la carica erotica del soggetto abbinandola a un residuo di causticità che all'autore di "Liquirizia" non mancava nemmeno nei suoi lavori precedenti, "Grazie zia" su tutti. Visto a trentacinque anni di distanza, "Malizia" , rispetto ai film ad esempio di Brass, è una pellicola che suscita qualche leggero brivido, e più di un sorriso, grazie anche a un Turi Ferro intonatissimo nel ruolo del vedovo che impalma la bella governante.
Pubblicato da EmiSpazi a 22.15 0 commenti
Etichette: anni Settanta
martedì 24 giugno 2008
REC ( Rec, ES 2007)
DI PACO PLAZA e JAIME BALAGUERò
Con MANUELA VELASCO, Ferran Terrazza, Carlos Lasarte.
HORROR
Terzo tentativo di realizzare un film come se fosse una cronaca recepita da una cam normale, e primo girato in Europa: tra l'altro è l'unico che ha dietro un regista già conosciuto, perchè sia "Blair witch project" e "Cloverfield" erano diretti da sconosciuti, mentre qui c'è la co-direzione di Jaime Balaguerò, noto per "Second name" e "Fragile" . E si vede la differenza. Benchè sia un film evidentemente allestito con un budget esiguo, ambientato per quasi la sua totalità in un condominio, "Rec" si presenta come un'efficace mistura tra "28 giorni dopo" di Boyle e "La comunidad" di De La Iglesia, per settanta minuti concisi e incalzanti che vedono due reporter d'assalto, per un programma televisivo alla " Real TV" andar dietro ad una squadra di pompieri precipitatisi a soccorrere una donna anziana rinchiusa in un appartamente e finire in una situazione terrificante, con il palazzo prontamente sigillato dalle autorità per evitare che un misterioso morbo ( alla "Demoni" eccetera) esca dal condominio e sfugga al controllo. Ansiogeno, con una bordata al clero e un tentativo di spiegazione un tantino forzato dell'origine degli orrori, il film di Balaguerò e Plaza incanala almeno un paio di sequenze da antologia della paura di questi anni, e giunge a un finale repentino e senza alcun vizio d'ottimismo. Teso e accelerato, è il miglior lavoro di questo sottogenere fino ad adesso.
Pubblicato da EmiSpazi a 14.37 0 commenti
Etichette: 2007-....
IL NASCONDIGLIO ( The hideout,I 2007)
DI PUPI AVATI
Con LAURA MORANTE, Treat Williams, Burt Young, Rita Tushingham.
HORROR

Ogni tanto per Pupi Avati è tempo di spaventi, e ritorna a girare pellicole che in realtà sono forse il suo primo amore, avendo soprattutto agli inizi realizzato film come "Balsamus", "La casa dalle finestre che ridono" e "Tutti defunti tranne i morti"( questo decisamente più grottesco): essendo divenuto cult il suo film con Capolicchio, in molti aspettavano questo suo nuovo thriller che è ambientato in America, con quasi tutti attori di lingua inglese, tranne la protagonista Laura Morante. L'avvio ben dispone lo spettatore, con il prologo che si svolge a cinquant'anni di distanza dalla vicenda narrata: man mano che il film va avanti, però, nonostante la discreta prova dell'attrice principale, è evidente una scarsa cura nel delineare i caratteri secondari, che rimangono sullo sfondo e non divengono mai personaggi, inoltre il prevedibile scioglimento della trama è alquanto improbabile, seppure Avati si periti di dare alla storia una conclusione non positiva. Poteva essere un thriller neogotico di un certo impatto, ma ci si perde in troppe chiacchiere, e l'unico momento veramente pauroso, la scena in cui al di là della parete una vocina intona "Magic moments" di Perry Como, si perde in una certa prolissità narrativa.
Pubblicato da EmiSpazi a 11.04 0 commenti
Etichette: 2007-....
domenica 22 giugno 2008
SE SOLO FOSSE VERO ( Just like heaven, USA 2005)
DI MARK WATERS
Con REESE WHITERSPOON, MARK RUFFALO, Donald Logue, Dina Charles.
COMMEDIA/FANTASTICO
Reese Whiterspoon negli Usa è considerata una delle attrici più remunerative, alla stregua di Julia Roberts, ma da noi, come è accaduto anche a Sandra Bullock, non ha mai conosciuto altrettanto favore presso il nostro pubblico: vincitrice di un Oscar per il ruolo della sposa di Johnny Cash, l'attrice si presta sia in parti drammatiche che in film brillanti come questo "Se solo fosse vero". Modellato con più di un rimando al successone degli anni Novanta "Ghost", con una storia d'amore difficile da concretizzare per via della presenza un pò troppo eterea di uno dei due partners, il film ha una discreta tenitura di ritmo, ed è recitato piuttosto bene sia dalla protagonista che dal corrispettivo maschile Mark Ruffalo, e ha qualche buon spunto da commedia sofisticata, che però non compensano lo scivolone nel melassoso che arriva imperterrito verso il finale. La scena più divertente è quella in cui Ruffalo, dietro i consigli dello spirito della Whiterspoon, o meglio, della sua proiezione, tenta di soccorrere un uomo con una goffaggine che suscita sorrisi e risate, complessivamente il film si può vedere, ma non ce n'è urgenza.
Pubblicato da EmiSpazi a 16.14 0 commenti
Etichette: 2000/06
venerdì 20 giugno 2008
HOSTEL ( Hostel, USA 2005)
DI ELI ROTH
Con JAY HERNANDEZ, Derek Richardson, Eythor Gudjonsson, Barbara Nedeljakova.
HORROR

Sacchetti antimalore consegnati agli spettatori insieme al biglietto per vederlo, tam tam su internet e curiosità accesissima sui giornali di settore per "Hostel", girato da Eli Roth dopo "Cabin fever", con il beneplacito di Quentin Tarantino, che ha pure appoggiato il sequel-lampo uscito un anno e poco più dopo: film di genere deciso a spaccare gli spettatori tra chi lo ha ripudiato sonoramente e chi invece ne ha fatto prontamente uno dei suoi cult, questo horror ha dalla sua la furbizia di una regia e di un copione che nella prima parte lascia incombere una certa cupezza d'ambientazione e elargisce le proprie efferate crudezze poco per volta, per esplodere nella mezz'ora finale, dalla sequenza della ex-fabbrica divenuta luna park delirante per psicopatici miliardari che aspirano a "poter " essere aguzzini. Se si toglie la consueta aspirazione americana a far trionfare la giustizia, e si chiude un occhio su quanto improbabile sia che il protagonista in fuga riesca a reincontrare tutti quelli che l'hanno portato sulla via dell'inferno e mandar ivi loro anzitempo, "Hostel", a differenza del suo floscio e gratuito seguito, è un allarmante metafora di un capitalismo oramai senza freno alcuno, che ha fatto della malvagità e della violenza bestiale un'altra possibilità di sfruttamento, un altro modo per generare consumo e profitti. Gli orrori quasi intollerabili ( sì, in una scena mi sono coperto gli occhi, e non mi è capitato spesso) di questa pellicola che sfodera tra le righe un istinto satirico selvatico e non ammesso fino in fondo sono pesanti, è vero: però, difficile non notare l'abilità della regia e la capacità di sviluppare tensione con sapienza di un film onestamente sgradevole e inquietante.

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