Regia di Abel Ferrara vedi scheda film
Se ho coperto tutti gli specchi non mi vedo. Devo agire, consumare la vita che sta attorno a me e che mi chiama, cibarmi dello strato adiposo perbene, resuscitare il male, evocarlo. Abel Ferrara di nuovo alle prese col misticismo. Prende una cavia ed esplora il suo ritirarsi monastico, estorce la catabasi nei suoi appartamenti che sono pezzi di città, di derelizione e di fine umana, la porta lontano dalla sua "natura" sociale. La dipendenza è la pura volontà di compiuere il proprio fato, attraverso un'allucinazione continua, appoggiata filosoficamente sulla clockwork orange e predizione dell'outing di fight club. Un doppio binario che da una parte anniente il senso costruito dalla civiltà per proteggersi da sè stessa, con furia iconoclasta, dall'altra si nutre del pianto e della colpa per ricondurli al loro nucleo originario: nessun perdono, solo gratuyita distruzione, giù dopo il salto, nell'arido peccare irriflesso.
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