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Trainspotting

Regia di Danny Boyle vedi scheda film

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La recensione su Trainspotting

di LoSqualoSiciliano
10 stelle

Danny Boyle nella sua più grande prova in veste di regista, con un grande Ewan McGregor che lanciò con questo film la sua carriera, film dalle varie sfaccettature e con dei personaggi carismatici come non mai .

 

Ewen Bremner, Ewan McGregor, Jonny Lee Miller, Robert Carlyle

Trainspotting (1996): Ewen Bremner, Ewan McGregor, Jonny Lee Miller, Robert Carlyle

 

 

Trainspotting molto probabilmente è il film che più contraddistingue il Danny Boyle regista, che con questo suo secondo lavoro dopo Piccoli omicidi tra amici "suo Esordio datato 1994", ha dato la sua più grande prova in veste di regista forse mai eguagliata nella sua lunga e ricca carriera, molti lo identificano come un regista mai troppo positivo ma neanche troppo negativo nel realizzare i suoi lungometraggi, insomma mai agli estremi, ma che si presenta sempre nel mezzo e come una sorta di costante neutra e sufficiente, cosa con cui mi trovo d'accordo in parte ma non del tutto.

Passando al film in questione Trainspotting è stato un film uscito proprio nel periodo in cui le droghe come l'eroina stavano prendendo il sopravvento nelle vite di molti giovani, qui li abbiamo identificati in tre giovani sbandati, personaggi che grazie alla loro caratterizzazione sono restati nella memoria di molte persone, dove abbiamo peraltro la grandissima prova di Ewan McGregor che grazie ad essa ricevette molta notorietà e la possibilità di lavorare in altri grandi film con altri grandi registi; oltre a lui abbiamo una grande  prova di Robert Carlyle che in futuro lavoro di nuovo con Boyle per The Beach.

Trainspotting fu soltanto l'inizio di una lunga serie di film, con al centro della trama la droga e tutto quello che portava ad assumerla in tutte le sue innumerevoli sfaccettature e i malesseri portati nell'animo dei protagonisti, difatti in seguito uscirono film come Requiem for a dream "quello che si avvicina di più come svolgimento a Trainspotting" e Paura e delirio a Las Vegas, mentre in passato era stato il capostipite di questo genere Easy Rider con un Jack Nicholson agli esordi.

Un lungometraggio che tratta il fenomeno della tossico dipendenza nella generazione più fragile, ovvero quella post adolescenziale, dove ancora molti non sanno cosa fare nella vita, e per un motivo o per un altro si fiondano in qualcosa che li potrà soltanto portare alla rovina della propria persona e di chi gli sta intorno, ma Boyle non si è soffermato solo in questo, con il personaggio di Renton interpretato da McGregor a fatto capire che da quella fossa quasi abissale si può uscire grazie anche all'aiuto dei cari e della propria volontà d'animo, che nella vita c'è sicuramente qualcosa di migliore anche se monotono, come esclama il protagonista nella famosa frase iniziale e in quella dell'epilogo, un film molto realista e per niente ipocrita, coraggioso e intraprendente, vero e puro, buio e tetro, a tratti come lo era stato l'Arancia Meccanica di Kubrick, scene potenti come un pugno nello stomaco, come quella del peggior bagno Scozzese dove Renton sprofonda nelle sue profondità per emergere vincitore e su tutte quella della morte del bambino, in parole povere Boyle a saputo dare un impronta potente, unita al grottesco e al dramma, non molta tensione che però viene superata dalle morali che ci vengono date, il tutto unito con una delle colonne sonore più significative degli anni novanta, e su tutti i brani come non menzionare Born Slippy degli Underworld che rende ancor di più significativo ed emozionante Trainspotting, che per molti resta un cult anni 90°, ma per me anche un film degno di essere chiamato capolavoro.

 

Voto 10

 

Arrivederci ed alla prossima review !!!

 

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