Regia di Antonio Capuano vedi scheda film
Nella suburra napoletana un prete di origine settentrionale (Fabrizio Bentivoglio) lotta contro la camorra e presta attenzioni pederaste ad un suo chierichetto (Emanuele Gargiulo), organista della chiesa e cantante. Alla fine, quest'ultimo deciderà di confessare la tresca.
Analisi in chiave documentaristica (alla maniera di Vito e gli altri, con gli attori che interrompono l'azione per poi parlare in macchina) che si giova di una rappresentazione fotografica della degradata realtà partenopea, mostrandosi tuttavia incerta nell'amalgamare i due spunti principali del film. Se da un lato il tema della lotta alla camorra napoletana viene trattato con un impressionismo che di tanto in tanto sfocia nello stereotipo, quello della pederastia del curato è assolutamente originale. Candidandosi definitivamente ad essere il futuro Mastroianni, Bentivoglio interpreta un sacerdote dalla sessualità garbata, mai aggressiva, piena d'amore nei confronti dell'adolescente, finendo con l'attirare simpatia verso un personaggio (il pedofilo) naturalmente inviso.
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